Un pianoforte nella natura
Milano: Pierre-Laurent Aimard per Piano City
Nell'ambito di Piano City, il Catalogue d'Oiseaux di Messiaen ha avuto il privilegio di avere al pianoforte Pierre-Laurent Aimard, massimo conoscitore della partitura, che ha interpretato fin da bambino in quanto allievo di Yvonne Loriod, moglie del compositore. Ma anche il privilegio d'essere ospitato nel bel giardino di Palazzo Cicogna (luogo segreto fra corso Monforte e via Mozart nel centro di Milano). I tredici brani di Messiaen, divisi in tre momenti, hanno avuto una festosa accoglienza; Alba ore 7,30, Tramonto ore 19, Notte ore 11,30, con numerosi spettatori seduti sul prato o in piedi e di tanto in tanto l'intervento dal vivo di passeri appollaiati sugli alberi e di tortore in lontananza. Una combinazione non casuale che ha rallegrato l'ascolto del pianoforte di Aimard sapientemente amplificato e forse anche stimolato considerazioni sul rapporto fra arte e realtà. Anche perché Messiaen non imita (gli sarebbe impossibile, visto che gli uccelli si valgono di intervalli più piccoli dei semitoni), analizza, armonizza e fa traspirare un linguaggio, accostando le varie cellule con sapienza compositiva. È noto quanta metodica follia sia all'origine di queste pagine, con annotazioni meticolose da ornitologo; sono più di duecento i quadernetti con precisazioni di luogo, mese, ora, paesaggio, clima, al momento dei suoi incontri; a parte le registrazioni fatte da Yvonne Loriod a documentazione di ogni singolo solista.
Difficile orientarsi durante l'ascolto, a meno di avere la partitura sott'occhio; talvolta si afferrano echi di Debussy, ma sono ingannevoli, subito svaniscono nel continuo chiacchiericcio dei pennuti artefatti, che raccontano situazioni a noi estranee, tutte da immaginare; alcune con funzione territoriale o sociale (baruffa, avviso di pericolo, corteggiamento, ecc.), altre "gratuite" per commentare la bellezza dell'alba o l'arrivo del buio. Così non ci resta che lasciarci incantare dal Merle Bleu che abita in un anfratto delle rocce del Roussilon dove s'infrangono le onde o dalla Rousserolle Effarvatte che canta da mezzanotte alle tre del mattino o dalla provenzale Alouette Calandrelle che canta alle due del pomeriggio, senza dimenticare che non sono loro a intrattenerci, ma un nostro simile di nome Messiaen che li evoca con un linguaggio umano.
Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche
Saltata la prima per tensioni sindacali, il Teatro La Fenice inaugura la stagione con un grande Myung-Whun Chung sul podio per l’opera verdiana
Jonas di Carissimi e Vanitas di cinque compositori contemporanei hanno chiuso le celebrazioni per i trecentocinquanta anni dalla morte del grande maestro del Seicento