Noseda l'americano

Scala: Noseda e la National Symphony Orchestra di Washington

Gianandrea Noseda ( Foto Filarmonica della Scala Vito Lorusso)
Gianandrea Noseda ( Foto Filarmonica della Scala Vito Lorusso)
Recensione
classica
Teatro alla Scala, Milano
Noseda e National Symphony Orchestra
26 Febbraio 2024

Bene ha fatto Gianandrea Noseda a proporre Wake up dell'afro-americano Carlos Simon in apertura del concerto della National Symphony Orchestra, ospite della stagione della Filarmonica della Scala, perché ha avuto modo di mostrare di quanta duttilità sia capace l'organico, di cui è direttore musicale. Il titolo del brano, un invito a darsi una mossa per risvegliare la coscienza civile, nell'intenzione del compositore era rivolto ai popoli africani, ma mai come oggi diventa per tutti noi un appello inderogabile. Anche se durante l'ascolto la nostra attenzione viene presto rivolta allo svolgimento rapsodico del brano che richiama ritmi da gospel (Simon viene da una famiglia di pastori protestanti), impeti stravinskiani, dissonanze, pulsazioni alla Bernstein, lasciando la porta aperta anche ad accattivanti frasi melodiche. Con un sapiente equilibrio fra le varie sezioni dell'organico, secondo la formula del "concerto per orchestra" in cui percussioni, archi, legni, ottoni hanno propri momenti privilegiati. Senza mai creare difficoltà all'ascoltatore, secondo la tradizione della musica contemporanea americana, libera da "verità" prefissate. Forse l'aneddoto lascia il tempo che trova, ma Simon (apparso sul palco alla fine dell'esecuzione per ricevere l'omaggio meritatissimo) tiene a ricordare d'aver tratto l'ispirazione da una visita a un ex cinema di San Diego in fase di ristrutturazione per diventare un auditorium, dove erano sparsi materiali di ogni genere e natura e di aver voluto dar loro voce.

In seconda battuta la serata ha ospitato Seong-Jin Cho, vincitore del Premio Chopin nel 2015, per il Concerto per pianoforte n. 4 di Beethoven. Il solista sudcoreano ha dimostrato una sorprendente capacità di analisi della partitura, calibrato ogni dettaglio alla perfezione, con tuttavia una mancanza dell'energia necessaria. Tutto perbene insomma, elegante, ma senza mai riuscire a gettare lo sguardo negli abissi disseminati da Beethoven, come per esempio nel secondo movimento o nel bis di ringraziamento per i lunghi applausi, l'Adagio della sonata Patetica. Noseda ha poi concluso il concerto con la Quinta di Šostakovič, dando fuoco alle polveri perché la sua NSO ha dato prova di essere un'orchestra di prim'ordine in grado di modellare pianissimi al limite dell'udibile ed esplosioni impressionanti sempre con straordinaria compattezza. Al termine delle lunghe ovazioni come bis fuori programma Noseda ha poi diretto le Enigma Varitions di Elgar.

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