Il Berlioz della Filarmonica
Milano: Orozco Estrada sul podio
Dopo aver diretto la sera prima Le nozze di Figaro alla Scala, nella storica edizione di Strehler, il colombiano Andrés Orozco-Estrada è passato d'un balzo sul podio della Filarmonica del teatro presentando tre diversi volti di Hector Berlioz. In apertura di serata col Carnaval romain, seconda ouverture dello sfortunato Benvenuto Cellini, ha dato libero sfogo a una straripante gioiosità, ben calibrando l'orchestrazione frenetica. Di seguito le sognanti Nuits d'été, col soprano bavarese Christiane Karg, dalla voce sicura, ma parecchio imprecisa nella sillabazione francese. Il che ha disturbato l'equilibrio fra testo e musica, necessario ai delicati abbandoni meditativi, che gli appassionati di Berlioz ben gli riconoscono, basti pensare a Nuit paisible et sereine di Béatrice et Bénédic o a Nuit d'ivresse et d'extase infinie dei Troyens.
La seconda parte del concerto ha ripagato la piccola delusione d'ascolto con la Symphonie fantastique. Specie dal terzo movimento in poi Orozco-Estrada ha dato prova di grande capacità analitica, dai sospesi echi pastorali al tuono che minaccia tempesta, ma pure la successiva allucinazione della Marche au supplice (peccato rispettare la pausa fra i due movimenti). La Filarmonica ha avuto così modo di dare prova di solida compattezza anche nelle impressionanti esplosioni sonore del finale; durante il quale, forse perché il diavolo ci ha messo la coda, le luci sul plafone della camera acustica hanno cominciato a mandare lampi, poi si sono parzialmente spente prima di riprendersi. Con un imprevisto e ripetuto gioco di son et lumière che ha accompagnato i rintocchi delle campane, le deflagrazione del Dies irae e la beffarda danza del sabba.
Al termine grande ovazioni, col direttore che ha invitato ad alzarsi i singoli strumentisti mimando spiritosamente i gesti che ciascuno compie suonando, primo fra tutti il bravo corno inglese. A conferma dell'ottimo rapporto instaurato con l'organico scaligero.
Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche
Jonas di Carissimi e Vanitas di cinque compositori contemporanei hanno chiuso le celebrazioni per i trecentocinquanta anni dalla morte del grande maestro del Seicento
Il primo pianista francese a vincere il Čajkovskij di Mosca conquista il pubblico milanese con un interessante quanto insolito programma.