Paolo Angeli sulla spiaggia
Il chitarrista sardo chiude un'edizione memorabile di Pisa Jazz
Tantôt venant d'Espagne et tantôt d'Italie,
Tous chargés de parfums, de musiques jolies,
Le mistral et la tramontane
Sur mon dernier sommeil verseront les échos,
De villanelle un jour, un jour de fandango,
De tarentelle, de sardane…
(Ora arrivando Spagna e ora dall’Italia / Pieni di profumi e di belle musiche / Il mistral e la tramontana / verseranno sul mio ultimo sonno gli echi / un giorno di villanella, un giorno di fandango / di tarantella e di sardana…
Così canta Brassens, un altro grande poeta del Mediterraneo, nella sua memorabile "Supplique pour être enterré à la plage de Sète", cui riandava la mente ascoltando lo spettacolare concerto tenuto il 30 luglio al tramonto dal chitarrista sardo Paolo Angeli, non sulla Corniche ma sulla spiaggia del Gombo, nell’area protetta del Parco Nazionale di San Rossore, alle porte di Pisa, a coronamento di una edizione 2023 del Pisa Jazz Festival che ha rilanciato la manifestazione ai più alti livelli nazionali e internazionali.
– Leggi anche: Paolo Angeli, García Lorca sardo-andaluso
Purtroppo il tenero erotismo della poesia di Brassens del 1966 con il suo piccolo piacere postumo è stato almeno in parte sostituito dalle ombre tragiche che oscurano i nostri giorni, con il Mare Mediterraneo, storico tramite di spostamenti e scambi, trasformato in barriera e tomba senza nome per migliaia di diseredati scacciati da miseria, fame e guerre e rifiutati da un’Europa pasciuta ed egoista.
Paolo Angeli alle sue origini sarde affianca una residenza ormai quindicennale in Catalogna, e la sua ricerca musicale basata sulla reinvenzione della chitarra sarda battente tramite corde aggiuntive ed elettronica è perfettamente collocata per riecheggiare preoccupazioni e speranze del nostro tempo. Così sulla spiaggia pisana, suggestiva ma allo stesso tempo corrosa dall’erosione e sporcata dalle tracce dell’inquinamento con la plastica portata a riva, sono arrivati gli umori del Mare Nostrum di oggi. Gli eventi in luoghi non deputati alla musica come le spiagge e l’alta montagna sono ormai tradizionali in molti festival jazz, dalla Sardegna alle Dolomiti, ma per Pisa si trattava di una novità che ha incuriosito molti.
Accompagnato dal suono della risacca, davanti a un pubblico attento e silenzioso che aveva riempito tutti i posti messi a disposizione dal Parco per questo evento in zona protetta, Paolo ha evocato il suono delle sirene e il grido dei gabbiani, forgiando nel calore della improvvisazione live suono dopo suono dal suo camaleontico strumento trasformato via via dall’aggiunta di metalli e oggetti vari.
Abbiamo così fatto esperienza di calde folate di suoni africani, travolgente musica gnawa e blues desertico, di trasfigurazioni di launeddas e quartetti vocali sardi, abbiamo ascoltato il dolore antico del cante jondo, una chitarra che via via evocava i placidi paesaggi di Metheny o si contorceva in un grido hendrixiano, per poi distillare gocce di suono puro inframmezzate da lunghe pause riempite dal commento del mare che lambiva il palchetto temporaneo innalzato sulla battigia.
Nel concerto sono lampeggiati materiali dagli ultimi lavori solistici di Angeli, Rade del 2022 e Nijar, la colonna sonora immaginaria per Bodas de Sangre di Federico Garcia Lorca, pubblicata nel 2023.
Il pubblico ipnotizzato per oltre un’ora ha poi chiesto a gran voce e ottenuto un piccolo bis salutando con grande affetto il chitarrista sardo mentre il sole, che aveva alimentato il concerto con il piccolo pannello fotovoltaico installato in giornata, scendeva dietro un mare che speriamo di rivedere pacificato e preservato nelle sue ricchezze naturali e umane. Un evento memorabile, il cui successo suggerisce una collaborazione permanente tra Pisa Jazz e il Parco Naturale, il cui importante sostegno è stato testimoniato direttamente dal Presidente Lorenzo Bani, venuto a introdurre il concerto accanto a Francesco Mariotti, Direttore artistico di Pisa Jazz, il cui staff ha realizzato alla perfezione un nuovo impegnativo pezzo di programma.
La rassegna pisana, con un intenso programma di eventi tenutisi in vari e significativi luoghi della città – a partire dal 3 luglio, con il titolo Pisa Jazz Rebirth 2023 “Rhythm & Meaning” – ha portato al Giardino Scotto con i loro più recenti progetti musicisti internazionali del calibro di Brad Mehldau, Theon Cross, Bill Frisell, Christophe Chassol, Mark Guiliana, Fred Wesley, accanto a Maria Pia De Vito, Luca Aquino, Lorenzo Simoni, Jacopo Fagioli, Nico Gori e Frida Magoni, oltre alle formazioni dei Corsi di Jazz di Pisa e La Spezia impreziosite dalla presenza di Alessandro Presti e Karima.
Nel raccolto chiostro di Palazzo Blu, sede di importanti attività espositive gestito dalla Fondazione Pisa, che assicura con il suo importante sostegno lo svolgimento della manifestazione assieme al Comune di Pisa, alla regione Toscana e al Ministero della Cultura, si sono invece esibiti con loro gruppi Marco Colonna, Dario Napoli, Barbara Casini, Francesca Corrias e Daniele Gorgone.
Senza dimenticare che questa stagione arriva dopo l’attività invernale e primaverile svolta anche nell’ambito del Centro Toscana Produzione Musiche, una delle nuove realtà di caratura regionale che si sta affermando in Italia dopo l’avvio anche nel settore del jazz e delle popular music dei Centri produttivi permanenti.
Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche
Le buone intenzioni della direzione artistica e l'impressione di un dialogo con gli altri mondi musicali rimasto incompleto
A Pesaro la prima nazionale della performance multimediale Kagami, di Ryuchi Sakamoto
Una sfida alle tradizionali divisioni per generi i nuovi spettacoli di Alessandro Sciarroni, Silvia Gribaudi e Anagoor a OperaEstate di Bassano del Grappa e la Medea secondo Ben Duke alla Biennale Danza