Scambio di Daniel: Barenboim sostituisce Harding

Alla Filarmonica della Scala inatteso concerto di Daniel Barenboim

Daniel Barenboim (Foto Brescia e Amisano)
Daniel Barenboim (Foto Brescia e Amisano)
Recensione
classica
Teatro alla Scala, Milano
Barenboim e la Filarmonica della Scala
15 Febbraio 2023 - 18 Febbraio 2023

Del tutto imprevedibile il ritorno di Daniel Barenboim sul podio della Filarmonica della Scala (per la stagione sinfonica del teatro), frutto di un romanzesco intracciarsi di casualità. Le ultime tre sinfonie di Mozart avrebbero dovuto essere dirette da Daniel Harding, che per ragioni di famiglia ha dovuto rinunciarvi, e una telefonata occasionale del sovrintendente Dominique Meyer al primo Daniel per informarsi della sua salute, dopo il terribile anno di malattia, ha prodotto un fortunato cortocircuito. Barenboim si è dichiarato disponibile a sostituire il giovane collega ed è piombato a Milano due giorni prima del concerto. Stando al risultato, pur dopo sette anni di separazione, l'intesa con l'orchestra è rimasta viva come un tempo. Il solenne e misterioso Adagio iniziale della Sinfonia n. 39, su cui aleggia il fantasma del Commendatore, ha dato subito un saggio di quale ampio respiro stesse assumendo l'esecuzione. Barenboim ha fatto affiorare luci e ombre, arditezze armoniche, tensioni drammatiche che solitamente trascorrono inavvertite. È stata una sorpresa via l'altra, le sezioni dei legni e degli ottoni compatte e dai contorni precisi, il timpano sistemato in basso fra le fila degli strumentisti e ottimamente amalgamato all'organico, gli archi capaci di interventi sontuosi e di pianissimi ai limite dell'udibile. Il gesto di Barenboim, che per via degli acciacchi subiti dirige seduto, è ridotto ai minimi termini, ma l'esito non lascia dubbi. Ogni più piccolo cenno è sempre colto come un disegno preciso.

Già all'apparizione di Barenboim, che raggiunge il podio con cautela a piccoli passi incerti, l'accoglienza del pubblico è stata calorossissima, come se si volesse salutare un vecchio amico; ma al termine l'interminabile standing ovation è stata la riprova di quali ricordi il maestro argentino abbia lasciato alla Scala e di quale eccelsa tradizione direttoriale sia portatore. Repliche giovedì 16 e sabato 18 febbraio.


 

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