Dido and Aeneas in stile jazz

Anversa: la musica di Purcell mixata con quella dello jazzman Kalle Kalima

Dido and Aeneas Remembered
Dido and Aeneas Remembered
Recensione
classica
Opera Ballet Vlaanderen di Anversa
Dido and Aeneas Remembered
24 Aprile 2021 - 08 Maggio 2021

Un ascolto piacevolissimo con immagini che intrigano proposto dall’Opera Ballet Vlaanderen di Anversa e firmato dall’ungherese David Marton con la musica di Henry Purcell integrata con quella del compositore, chitarrista jazz e improvvisatore finlandese Kalle Kalima, insieme alla B'Rock Orchestra e sotto la direzione del maestro Bart Naessens. Un lavoro che parte dalla produzione precedentemente eseguita all'Opera di Lione e durante la Ruhrtriennale con il titolo “Dido and Aeneas Remembered” per diventare qui un’opera-film live ripensata a fondo per essere ripresa dalle telecamere. La partitura del Dido and Aeneas di Purcell è stata integrata sino ad arrivare, dall’originale meno di un’ora, a circa il doppio, un’ora e 50 minuti.  Anche il libretto di Nahum Tate è stato arricchito con altri passi solo recitati dall’Eneide di Virgilio, in inglese ma con anche alcuni brani in francese quando è il momento di esprimere i pensieri più intimi dei due protagonisti. E c’è anche qualche parola italiana. Il mix di musica domina, perfettamente dosato, di ieri e di oggi, dalla musica popolare a quella colta, dai riferimenti ritmici ai più antichi canti di pastori e agricoltori giunti sino a noi, al blues, al rock, alle improvvisazioni jazz e al classico contemporaneo, con il barocco di Purcell che fa da linea conduttrice e collante, contenitore che già nella sua notevole ricchezza fiorisce ulteriormente e si attualizza. Tutto è mescolato, persino capovolto: l’opera inizia con ritmi moderni, il regista gioca sulle inquadrature e sui particolari che piano piano lasciano individuare uno scavo archeologico, luogo dove presente e passato si incontrano, una coppia ricoperta di polvere e vestita di pepli trova una tavoletta, no, sorpresa, è un telefonino, e loro sono Giove e Giunone (rispettivamente gli attori/cantanti Thorbjörn Björnsson e Marie Goyette). La musica di Purcell inizia. Didone è il mezzosoprano francese Alix Le Saux, con capo coperto da un velo ma moderni occhialoni neri; Belinda, il soprano americano Claron McFadden, è in tallier; poi arriverà Enea, il giovane baritono francese Guillaume Andrieux, che apparirà subito come il caratterialmente più debole dei tre, malgrado il ridicolo pettorale di ferro sopra la camicia casual. Tutti e tre si muovono su un’auto di lusso, ci sono tanta ironia e sorprese dietro sorprese. La musica si spezza mentre gli dei raccolgono frammenti, si ricompone quando verranno rimessi insieme i pezzi di un cd; in un’altro momento la partitura ricorda gli accorgimenti che creano suspence nei film. Bravissima l'artista vocale svizzero americana Erika Stucky, timbro scuro e profondo, che interviene come strega, spirito e agente provocatore, il mare, suoni ancestrali e ritmi primordiali battuti su una vanga, versi d’uccelli, fisarmonica e chitarra elettrica che con  naturalezza scivolano uno nell’altro. Tutti bravi, attori e cantanti, con una menzione speciale vocalmente per la Belinda di Claron McFadden.  Infine, il famosissimo Lamento di Didone, "When I am Laid in Earth", è qui cantato da Alix Le Saux in modalità più delicata e giovane, piuttosto che drammatico maturo, con il coro, diretto da Jef Smits, che l’accompagna teneramente e immagini finali che poeticamente scolorano in bianco e nero.

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