Dido and Aeneas in stile jazz
Anversa: la musica di Purcell mixata con quella dello jazzman Kalle Kalima
Un ascolto piacevolissimo con immagini che intrigano proposto dall’Opera Ballet Vlaanderen di Anversa e firmato dall’ungherese David Marton con la musica di Henry Purcell integrata con quella del compositore, chitarrista jazz e improvvisatore finlandese Kalle Kalima, insieme alla B'Rock Orchestra e sotto la direzione del maestro Bart Naessens. Un lavoro che parte dalla produzione precedentemente eseguita all'Opera di Lione e durante la Ruhrtriennale con il titolo “Dido and Aeneas Remembered” per diventare qui un’opera-film live ripensata a fondo per essere ripresa dalle telecamere. La partitura del Dido and Aeneas di Purcell è stata integrata sino ad arrivare, dall’originale meno di un’ora, a circa il doppio, un’ora e 50 minuti. Anche il libretto di Nahum Tate è stato arricchito con altri passi solo recitati dall’Eneide di Virgilio, in inglese ma con anche alcuni brani in francese quando è il momento di esprimere i pensieri più intimi dei due protagonisti. E c’è anche qualche parola italiana. Il mix di musica domina, perfettamente dosato, di ieri e di oggi, dalla musica popolare a quella colta, dai riferimenti ritmici ai più antichi canti di pastori e agricoltori giunti sino a noi, al blues, al rock, alle improvvisazioni jazz e al classico contemporaneo, con il barocco di Purcell che fa da linea conduttrice e collante, contenitore che già nella sua notevole ricchezza fiorisce ulteriormente e si attualizza. Tutto è mescolato, persino capovolto: l’opera inizia con ritmi moderni, il regista gioca sulle inquadrature e sui particolari che piano piano lasciano individuare uno scavo archeologico, luogo dove presente e passato si incontrano, una coppia ricoperta di polvere e vestita di pepli trova una tavoletta, no, sorpresa, è un telefonino, e loro sono Giove e Giunone (rispettivamente gli attori/cantanti Thorbjörn Björnsson e Marie Goyette). La musica di Purcell inizia. Didone è il mezzosoprano francese Alix Le Saux, con capo coperto da un velo ma moderni occhialoni neri; Belinda, il soprano americano Claron McFadden, è in tallier; poi arriverà Enea, il giovane baritono francese Guillaume Andrieux, che apparirà subito come il caratterialmente più debole dei tre, malgrado il ridicolo pettorale di ferro sopra la camicia casual. Tutti e tre si muovono su un’auto di lusso, ci sono tanta ironia e sorprese dietro sorprese. La musica si spezza mentre gli dei raccolgono frammenti, si ricompone quando verranno rimessi insieme i pezzi di un cd; in un’altro momento la partitura ricorda gli accorgimenti che creano suspence nei film. Bravissima l'artista vocale svizzero americana Erika Stucky, timbro scuro e profondo, che interviene come strega, spirito e agente provocatore, il mare, suoni ancestrali e ritmi primordiali battuti su una vanga, versi d’uccelli, fisarmonica e chitarra elettrica che con naturalezza scivolano uno nell’altro. Tutti bravi, attori e cantanti, con una menzione speciale vocalmente per la Belinda di Claron McFadden. Infine, il famosissimo Lamento di Didone, "When I am Laid in Earth", è qui cantato da Alix Le Saux in modalità più delicata e giovane, piuttosto che drammatico maturo, con il coro, diretto da Jef Smits, che l’accompagna teneramente e immagini finali che poeticamente scolorano in bianco e nero.
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