Il Quartetto di Cremona tra Bach e Vacchi
Milano, in streaming per la Società del Quartetto
La Lettera a Johan Sebastian Bach di Fabio Vacchi fa da titolo al suo Quartetto n. 6. Affidato in prima esecuzione assoluta al Quartetto di Cremona e registrato alla Sala Verdi del Conservatorio di Milano per la Società del Quartetto, è stato trasmesso in rete il 21 febbraio dal Comitato AMUR (Associazioni musicali in rete). La nuova composizione di Vacchi è il risultato di un elegante e sapiente gioco contrappuntistico, sono infatti le cinque note che aprono L'arte della fuga a formare la struttura portante. L'omaggio a Bach tuttavia traspare solo in fligrana, non più di un pedale di sottofondo, perché l'ascoltatore percepisce principalmente la cantabilità dell'intera composizione e rimane attratto dalla sfuggente e insistita metamorfosi. Quasi a evocare ogni colore strumentale e vocale dell'immenso repertorio del Kantor.
Di seguito il Quartetto di Cremona ha eseguito per intero L'arte della fuga di Bach, adattata alle quattro voci degli archi, come già avevano sperimentato il Quartetto Juilliard e il Quartetto Italiano, più un flauto in due occasioni. Con tutti gli accorgimenti del caso per superare i limiti dell'estensione dei singoli strumenti; come per esempio il secondo violino Paolo Andreoli che passa momentaneamente alla viola e la viola Simone Gramaglia che deve utilizzare una seconda viola per la quale ha fatto preparare delle corde di budello per affrontare alcuni passaggi più scuri da violoncello. Tocca ancora a lui suonare il flauto in due canoni insieme col primo e poi col secondo violino. Il risultato è stato di prim'ordine per lucidità, precisione assoluta e duttilità, alla pari se non superiore alle più famose esecuzioni storiche, con l'unico rammarico di non aver potuto assistervi in sala.
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