Mehta e Strauss alla Scala
Milano: il direttore indiano sul podio della Filarmonica
Dopo La traviata in forma di concerto, Zubin Mehta è salito ieri sul podio della Filarmonica della Scala per una serata interamente dedicata a Richard Strauss (repliche 30 settembre e 1 ottobre). Per via del distanziamento obbligatorio fra gli strumentisti, il vano acustico per l'orchestra in palcoscenico è stato ampliato in profondità di una ventina di metri. Come fondale è stata recuperata la scena bordò del Trovatore con la regia di Hermanis (febbraio 2020) e come soffitto alcuni pannelli di legno bianco (poco estetici). Il rischio che l'acustica ne soffrisse era inevitabile perché a essere un po' penalizzati sono stati i legni e talvolta gli ottoni, nonostante l'estrema attenzione del direttore.
In programma le due composizioni "autobiografiche" per eccellenza di Strauss, Vier letzte Lieder e Ein Heldenleben. Protagonista della prima parte del concerto la finlandese Camilla Nylund, che da tempo ha grande familiarità coi personaggi straussiani, da Arianna alla Marescialla, ed è risultata vocalmente a proprio agio, più convincente la sua misurata sobrietà negli ultimi due brani. L'attacco in Beim Schlafengehen dopo il canto del violino e le ultime sillabe di Im Abendrot hanno dato la misura di quali teneri e malinconici turbamenti il soprano sia capace. In chiusura Ein Heldenleben ha dato modo a Mehta di dare un saggio di elegante ed elastica concertazione, assecondato dall'organico in ottima salute, nonostante la lunga assenza dal Piermarini. Le malignità dei nemici dell'eroe ne sono uscite più acide che mai, trasparenti e ben identificabili le autocitazioni del compositore; i continui cambimenti d'umore del primo violino (fantastica Laura Marzadori), i battibecchi in famiglia e la pace finale hanno coronato il folle pastiche musicale. Meritatissimi i lunghi applausi a Zubin Mehta che si sono scatenati alla fine dopo gli attimi di silenzio commosso in sala, anche per festeggiare la volontà di ripresa della Scala.
Prossimo appuntamento con Mehta in ottobre (14, 16, 17) per la Terza di Mahler, questa volta con l'orchestra della Scala, il contralto Daniela Sindram, il coro del teatro e quello di Voci Bianche dell'Accademia, diretti da Bruno Casoni.