Alessandro Taverna inaugura il 38° Festival di Portogruaro

Pieno successo per il recital pianistico di Alessandro Taverna che si ispira alle Trasfigurazioni Celesti, tema del Festival Internazionale di Musica di Portogruaro

Alessandro Taverna
Alessandro Taverna
Recensione
classica
Teatro Russolo
Concerto Taverna
22 Agosto 2020

Dopo i momenti di incertezza dovuti alla pandemia, il 38° Festival Internazionale di Musica di Portogruaro ha ricevuto finalmente l’attesa inaugurazione con il recital del pianista Alessandro Taverna al Teatro Russolo. Definito dalla critica inglese l’erede di Arturo Benedetti Michelangeli, Alessandro Taverna incarna l’essenza più pura del Festival, sia sotto il profilo concertistico, in quanto brillante interprete di fama internazionale, che formativo, attraverso il corso di pianoforte che tiene con regolarità da diversi anni presso l’istituzione veneta.

In risposta al tema del Festival, Trasfigurazioni celesti, il pianista coglie l’occasione di piegare il virtuosismo dell’impegnativo programma al servizio dell’espressione musicale, superando la spettacolarità dell’esibizione, e raccontando così molto più del suo approccio interpretativo. Della Sonata Waldstein di Beethoven, prezioso contributo che si inserisce nel quadro delle celebrazioni del compositore tedesco in occasione dei 250 anni della nascita, l’incedere posato del primo tempo suggerisce il lato migliore della storia della grande interpretazione pianistica, filtrata attraverso la visionarietà del secondo movimento, e sviluppata nella vorticosa successione di luci e ombre ricreata da un uso raffinato e addirittura sperimentale del pedale.

I due libri delle Variazioni di Brahms su un tema di Paganini, oltre a rappresentare uno dei cavalli di battaglia di Alessandro Taverna, sono stati il cuore pulsante dell’evento inaugurale. Un concerto sinfonico, più che un recital, tale è la visione e la ricerca strumentale del pianista veneto, così come dimostrato nella travolgente esecuzione dell’Ouverture dal Guglielmo Tell di Rossini nella trascrizione pianistica di Liszt, che offre una squisita nota di ricercatezza al consistente programma proposto. L’abolizione dell’intervallo, così come richiesto dalle disposizioni anti-covid, non ha frenato l’entusiasmo del pubblico che ha consacrato a più riprese l’intera esibizione, ripagato infine con una personale trascrizione di Taverna del Cigno da Il Carnevale degli animali di Saint-Saëns e con la sesta Danza ungherese di Brahms come apprezzatissimi fuori programma.

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