Doppia apertura sinfonica a Firenze
L’Orchestra della Toscana e l’orchestra del Maggio musicale fiorentino inaugurano a ruota le loro stagioni concertistiche in un fuoco d’artificio di grandi partiture, sul podio Rustioni e Krivine
Delizie e godurie sinfoniche: ascoltare Così parlò Zarathustra, Petrouchka, La Valse, la suite del Peer Gynt e la Fantastica, in esecuzioni molto belle a distanza ravvicinatissima, è cosa che non capita tutti i giorni, e che è avvenuta a Firenze grazie alla circostanza di una duplice inaugurazione, quella della 39.ma stagione concertistica dell’Ort, l’Orchestra della Toscana (venerdì 25 al Verdi di Firenze, ma già il giorno prima al Verdi di Pisa), e quella, domenica 27, della stagione sinfonica dell’orchestra del Maggio Musicale Fiorentino. Sul podio, rispettivamente, Daniele Rustioni e Emmanuel Krivine. Da cosa cominciamo ? Dai direttori. Fatte salve le differenze fra l’esuberante e più giovane Rustioni e il più maturo e misurato Krivine, tutti e due sono caratterizzati da un gesto e da una trasmissione delle proprie volontà all’orchestra così efficaci, sciolti, comunicativi da tirar fuori il meglio dagli esecutori. Si è trattato infatti di esecuzioni davvero seducenti, l’Ort con Strauss, Stravinskij e un febbrile Ravel, a cui si aggiungeva in apertura una pagina contemporanea commissionata grazie al bando Siae “Classici di oggi”, In cerchi concentrici di Caterina Di Cecca, tromba solista Donato De Sena. Quanto all’Orchestra del Maggio, di Grieg, oltre alla suite dal Peer Gynt, abbiamo ascoltato nel programma diretto da Krivine anche la Holberg Suite per orchestra d’archi, di più raro ascolto, raffinata anticipazione del neoclassicismo novecentesco in nome di un Settecento che qui si ispira idealmente allo scrittore e drammaturgo danese Ludvig Holberg, e riscopre in uno spirito velato di malinconia le grazie della suite settecentesca. Culmine del concerto di domenica, la Fantastica berlioziana, in una delle interpretazioni più ricche di colori, contrasti e accensioni che ci sia capitato di sentire da molto tempo, in cui la grande eleganza direttoriale di Krivine si sposava con tutte le virtù di colorista, ricercato evocatore di timbri, gestore di estreme flessuosità nelle dinamiche e negli andamenti, che ne fanno a ragione l’attuale direttore principale dell’Orchestre National de France.
Firenze ha due orchestre importanti e capaci nelle grandi sortite solistiche (citiamo almeno Fabio Fabbrizzi, primo flauto dell’Orchestra della Toscana, in Petrouchka, e Massimiliano Salmi, corno inglese del Maggio, per il lungo episodio di cui è protagonista nella Fantastica) come nella compattezza e risalto spettacolare delle sezioni e file. Rustioni è però giunto all’ultima stagione come direttore principale dell’Ort: già la scelta di questo programma per l’inaugurazione, che ha comportato quasi il raddoppio dell’organico piccolo-sinfonico Ort, è significativa di una propensione alla grande tavolozza sinfonica di Strauss, Ravel e C. che altrove potrà attuare meglio e con più risorse. Però resta come direttore artistico Giorgio Battistelli, e ci auguriamo che possa disporre delle risorse per rilanciare il festival Play It ! dedicato alla musica contemporanea italiana, che abbiamo rimpianto, e dare prosecuzione alla linea di riscoperta del Novecento italiano intrapresa con Rustioni. Anche sul podio del Maggio grava tuttora l’incognita dell’assenza di un direttore principale dopo le dimissioni di Fabio Luisi. Quanto al direttore onorario Zubin Mehta, ha dovuto cancellare gli impegni sinfonici di dicembre per motivi di salute (lo sostituisce Adam Fischer) e lo aspettiamo per il prossimo Maggio. Vedremo cosa escogiterà Pereira, il nuovo sovrintendente in arrivo a dicembre. In realtà ad un avvicendamento a Mehta si sarebbe dovuto cominciare a pensare diversi anni fa e non lo si è fatto, e così le varie figure di direttori in crescita e in via di maturazione sono andate a crescere e a maturare altrove. Staremo a vedere. Fino a quando un’orchestra continua a rispondere così ad una bacchetta autorevole e trascinante, si può continuare a sperare nonostante tutto e a godere, ma un’ombra di preoccupazione è stata gettata sul concerto di domenica dalla lettura del comunicato di solidarietà con il Bellini di Catania a rischio di chiusura, e pensiamo che le cose in Italia non stiano andando nella direzione più rassicurante per quei grandi e magnifici organismi sonanti che sono le orchestre sinfoniche. Ma chiudiamo su una nota positiva, la bella prestazione data in questi due concerti da due violini di spalla in prova nelle loro sortite solistiche, William Chiquito all’Ort (il solo della danza di Zarathustra) e Simone Bernardini (nella Holberg Suite) al Maggio.
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