L’umanità di Don Giovanni
Mariotti si congeda dal Teatro Comunale dirigendo Don Giovanni
Don Giovanni è l’ultima opera che Michele Mariotti dirige al Teatro Comunale di Bologna dopo undici anni di residenza, di cui quattro come Direttore Musicale, ed è proprio sul piano musicale che la produzione offre le maggiori soddisfazioni: Mariotti, al solito, riserva una lettura trasversale della partitura, allargando i tempi di un Mozart che nella sua bacchetta trova sfumature inedite (evidentissime, ad esempio, nell’aria di Don Ottavio Dalla sua pace). La regia – creata nel 2017 da Jean-François Sivadiere oggi ripresa da Rachid Zanouda, Federico Vazzola e Milan Otal – si avvale di una scenografia poco più che essenziale (Alexandre de Dardel) e di una serie di richiami metaforici i cui significati non sempre sono chiari. Ciononostante, gli interpreti riescono ad appropriarsi dei personaggi, ed a rendere esplicita l’altrimenti confusamente espressa idea registica: assiduo consumatore di droghe, e sempre più burlone all’aumentare degli effetti stupefacenti, il libertino (un turbinoso, inarrestabile, seducente Simone Alberghini) è il proprietario di un moderno teatro, mentre tutti gli altri sono attori suoi dipendenti che, entrando e uscendo dalle prove, vestono e svestono panni settecenteschi. In un contesto in cui è il capo, la sua superiorità gerarchica gli garantisce uno strumento di potere che il personaggio dapontiano solitamente non ha: il ricatto. Ed ecco che l’“ideale” dissoluto acquisisce tratti umanissimi, come quelli sempre attuali di un padrone che si arroga sui dipendenti (gravati dalla paura del licenziamento) diritti prevaricanti. Tale caratterizzazione si riflette e contagia i colleghi, che offrono letture dinamiche, intimistiche, a tratti erotiche e ricche di sfaccettature (molto efficace lo sviluppo del rapporto tra Zerlina e Masetto di Lavinia BinieRoberto Lorenzi). Il resto del cast – Stefan Kocan (Il Commendatore), Federica Lombardi (Donna Anna), Vito Priante (Leporello), Paolo Fanale (Don Ottavio) e Salome Jicia (Donna Elvira) – è ben assortito, sia per distinte qualità vocali, sia per presenza scenica. Le recite proseguiranno fino al 23 dicembre 2018.
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