Pablo Ziegler ad Arte Sella
Il nuovo tango argentino, nell’inusuale arrangiamento con il sax di Marco Albonetti, inaugura i concerti delle Fucine disegnate da Mario Brunello.
L’antro ha forgiato una nuova opera. Anche per quest’anno la Fucina di Arte Sella ha regalato un’esperienza artistica privilegiata, portando sulle montagne del Trentino, tra le mura di Malga Costa, il fuoco del tango argentino con Pablo Ziegler, pianista di Astor Piazzolla nonché lui stesso autore di musiche appassionanti. Assieme a lui, interpreti di un arrangiamento che esula dal tradizionale bandoneon, il sassofonista Marco Albonetti e il suo trio, formato dalla violoncellista Aya Shimura e dal contrabbassista Virgilio Monti.
Protagonista da quarant’anni del nuovo tango argentino, Ziegler fa il suo ingresso al centro di quella che fu una stalla di alpeggio, ora trasformata da Mario Brunello in luogo di performance musicali, con un incedere silenzioso. La seduta al pianoforte è bassa e il suo busto non evade dallo spazio geometrico disegnato dalle spalline della giacca. Le mani, grandi e nodose, paiono anch’esse immobili sulla tastiera, e invece fluttuano tra tanghi e milonghe con eleganza felina. Anche il suo viso non tradisce emozioni, ma quando le note cominciano a scaldarsi, la sua musica ti travolge. E allora noti lo sguardo, quell’occhio ceruleo che si alza dai tasti solo per catalizzare l’attenzione degli altri musicisti, guidando le entrate come passi di danza, con la sicurezza e l’impercettibilità del gesto di un grande maestro.
Il concerto offre grandi classici di Piazzolla (Michelangelo 70, Años de Soledad, Fuga y Misterio, Oblivion) accanto alle altrettanto famose musiche di Ziegler, dalla Milonga del Adios, dedicata ad Astor nell’anno della sua morte, al Bajo Cero, ispirato dai momenti difficili vissuti dal popolo argentino nel nuovo millennio, dall’intensa Milongueta al suo opposto, il delicato duo col violoncello Nana para un nino dormido, ed altro ancora. «Piazzolla, quando mi sentiva suonare, me lo diceva sempre – ci racconta Ziegler alla fine del concerto – che dovevo comporre musica della mia città, della mia esperienza, cosa che ho fatto. E sono molto felice di questo consiglio, perché ogni mia musica è un pezzo della mia emozione, della mia ispirazione, dei miei amici, della storia tragica di Buenos Aires, come in Bajo Cero, che è come un’orazione, una messa».
I suoi compagni di viaggio sono di grande livello, a partire dal leader del gruppo, Marco Albonetti, ora suadente ora graffiante tra sax soprano e contralto. Nella sua performance si incontrano due anime, quella di un eccezionale musicista e quella di un grande conoscitore del nuovo tango argentino, approfondito a partire dal 2000 durante un lungo periodo di permanenza a Buenos Aires, in occasione del suo dottorato alla Michigan State University sull’interpretazione del tango di Piazzolla.
La Fucina Verde di Arte Sella ha inaugurato la prima mondiale della tournée italiana di questo progetto, che proseguirà nelle prossime due settimane tra Parma, Faenza e Ferrara. «Sono un grande estimatore di Piazzolla e del Quinteto Nuevo – ci ha spiegato Mario Brunello, direttore artistico delle Fucine di Arte Sella - e appena ho saputo che Ziegler stava creando un progetto nuovo mi sono subito fatto da parte e ho lasciato posto a loro. Qui è prevalso il sistema Fucina, ossia il fatto che quando qualcuno viene qui è per creare qualcosa». Prossimo appuntamento a Malga Costa il 31 agosto, con un progetto speciale dei Suoni delle Dolomiti, ideato da Brunello assieme ad Alessandro Baricco.
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