L'ambiguo Tannhäuser di Bieito
Le ambiguità del desiderio al centro di questo nuovo allestimento wagneriano
Una replica ombreggiata da qualche sfortuna – la sostituzione del tenore protagonista, con Paul McNamara al posto di Stefan Vinke, la defezione dell’arpa (strumento che ha un ruolo centrale in partitura), rimpiazzata dal pianoforte – non ci ha impedito di cogliere appieno il segno del Tannhäuser pensato da Calixto Bieito per la Fenice. L’ambientazione, asciutta e contemporanea, consente al regista di concentrarsi sulle ambiguità di desiderio e istinto più che sulla classica contrapposizione tra carne e spirito. Ne esce un allestimento in cui le polarizzazioni wagneriane vengono sottoposte a un’interessante operazione di sfumatura, in cui le due donne, Venere e Elisabeth, appaiono più simili di quanto sembri e in cui il manipolo di cantori, pronti a rigettare con orrore il canto in cui Tannhäuser esalta il piacere, non riescono a trattenere una violenta istintualità. Il Venusberg è una foresta rovesciata, la Wartburg una struttura geometrica funzionale a pochi ma efficaci movimenti, con il coro dei pellegrini che resta prevalentemente sullo sfondo salvo protendersi nel finale verso qualcosa che non giureremmo essere la salvezza. Omer Meir Wellber dirige bene con colori classici, senza retorica, con un controllo forse non perfetto di alcune dinamiche, ma lucidamente al servizio della messinscena. Nella compagnia di canto tutto fila liscio e gli applausi più calorosi li riceve (secondo noi del tutto meritatamente) l’ottimo Wolfram di Cristoph Pohl. Qualche perplessità piuttosto su alcuni movimenti attoriali, specie quelli di più rude sensualità, che nel campo totale della visione (senza quindi le sfumature dei dettagli) risultano a tratti un po’ legnosi e ridicoli. Comunque un buonissimo Tannhäuser.
Interpreti: Hermann, Langravio di Turingia ⎮ Pavlo Balakin Tannhäuser | Paul McNamara Wolfram von Eschenbach ⎮ Christoph Pohl Walter von der Vogelweide ⎮ Cameron Becker Biterolf ⎮ Alessio Cacciamani Heinrich der Schreiber ⎮ Paolo Antognetti Reinmar von Zweter ⎮ Mattia Denti Elisabetta, nipote del Langravio ⎮ Liene Kinča Venere ⎮ Ausrine Stundyte Pastorello ⎮ Chiara Cattelan, Martina Pelizzaro, Alice Cognolato Paggi ⎮ (in ordine alfabetico) Anastasia Bregantin, Laila D’Ascenzio, Emma Formenti, Veronica Mielli, Gianluca Nordio, Francesca Pelizzaro, Matilde Preguerra, Sebastiano Roson, Edoardo Trevisan
Regia: Calixto Bieito
Scene: Rebecca Ringst
Costumi: Ingo Krügler
Orchestra: Teatro La Fenice
Direttore: Omer Meir Wellber
Coro: Teatro La Fenice
Maestro Coro: Claudio Marino Moretti
Luci: Michael Bauer
Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche
Al Teatro Sociale di Rovigo va in scena La voix humaine e a Padova l’OPV propone L’histoire de Babar
A Piacenza la stagione d’opera si apre con successo con una Madama Butterfly dall’efficace segno musicale
A Santa Cecilia, all’Opera e al Teatro Olimpico tre diverse edizioni del balletto di Čajkovskij