L’allestimento di “Luci mie traditrici” in scena a Bologna colpisce per l’altissimo livello di tutte le sue componenti. Il testo di Sciarrino è un sottile gioco letterario intessuto di figure retoriche; la musica, complice l’ottima direzione di Marco Angius, ricrea un paesaggio sonoro denso di suggestioni subliminali. Gli interpreti, prima ancora che cantanti, sono attori, tutti del pari capaci di dare vera vita alle distillate linee vocali che si rincorrono convulse, quanto di disegnarle letteralmente con i propri corpi.
Il regista Jürgen Flimm si allontana dalla vicenda di gesualdiana memoria (in cui il marito tradito era obbligato all’uxoricidio dal codice d’onore), ed è invece esegeta di psicologie tutte moderne. Sospende di giudizio – ognuno è vittima e colpevole – e indaga tanto l’eventuale legittimità del tradimento di una donna costretta in una vita che non l'appaga (come è appunto La Malaspina, superba Katharina Kammerloher), quanto lo stato d’animo di colui che è tradito. Questi (Otto Katzameier) diventa vivido ritratto della più nera disperazione, ma è affranto, più che per il tradimento subito, per la propria debole natura cui non sa porre rimedio. Interessanti anche le capacità di trasfigurazione di Lena Hanselmann, amante en travesti che suggerisce sottotesti omoerotici, come anche il contrasto tra il comico agire del Servo (Christian Oldenburg) e il suo rivelarsi novello Jago.
Sulla scena – sempre elegante, ricca di dettagli, le luci sapientissime – tutto si frantuma per gradi, e l’azione si carica progressivamente di una tensione tanto autentica da provocare una quasi totale immedesimazione con i personaggi sulla scena: si percepisce sotto la pelle lo stesso orrore dell’essere inerme tra le mani d’un folle, lo stesso dilaniante dolore che spinge un uomo distrutto ad azioni d'estrema violenza. Si è assistito a un momento di vero Teatro.
Interpreti: LA MALASPINA: Katharina Kammerloher; IL MALASPINA: Otto Katzameier; L’OSPITE: Lena Hanselmann; SERVO: Christian Oldenburg; VOCE DIETRO AL SIPARIO: Chiara Alberti, Diego Bolognesi, Pietro Bolognini, Susanna Boninsegni, Marco Conti, Eleonora Dodi, Giorgia Puglisi, Olivia Scagliarini.
Regia: Jürgen Flimm
Scene: Annette Murschetz
Costumi: Birgit Wentsch
Orchestra: Teatro Comunale di Bologna
Direttore: Marco Angius
Maestro Coro: Alhambra Superchi
Luci: Irene Selka
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