Turandot secondo Cura

A Liegi il tenore è anche regista e scenografo

Recensione
classica
Opéra Royale de Wallonie, Liegi, Belgio
Giacomo Puccini
23 Settembre 2016
Ci si ferma alla morte di Liù, là dove Puccini è arrivato a scrivere. L’opera di Liegi per il suo nuovo allestimento della Turandot ha deciso di proporre la versione incompiuta originale, così come Arturo Toscanini aveva scelto di dirigere per la prima rappresentazione alla Scala nel 1926, e il tenore José Cura che interpreta Calaf, ma è anche il regista e ideatore delle scene, ha chiuso l’opera con un commovente omaggio, con l’intervento finale in scena dello stesso Puccini e dei suoi personaggi più famosi ad accompagnarlo nell’ultimo viaggio. Finale che già era carico di emozioni per la bella prova della ventiseienne soprano americano Heather Engebretson nella parte appunto di Liù, che partita in sordina, fisicamente assai minuta, nel primo atto sembrava piccolina pure nel canto, per sfoderare poi con grinta tutte le sue capacità vocali e d’interpretazione, così conquistando gli applausi più calorosi. Non convincente pienamente invece Tiziana Caruso come Turandot, piglio recitativo determinato, ma non altrettanto decisa in tutti i passaggi la pur bella voce. Cura invece si è confermato padrone e perfetto per la parte, ma come regista e scenografo ha mostrato tante idee, forse troppe, dal tradizionale al moderno, mescolate insieme sulla scena di un palazzo imperiale stilizzato un po' troppo povero, su cui sovrasta minaccioso un coro distante. Alcune sono trovate interessanti come presentare inizialmente Ping, Pang e Pong come le tre maschere Arlecchino, Pantalone e Balanzone della Commedia dell'Arte, donandogli vivacità. Ciò reso possibile dal fatto che la rappresentazione comincia con una classe di bambini ed un maestro che lavorano intorno all’opera. L’orchestra, diretta dal maestro Arrivabeni, infine, accompagna il tutto puntuale, ma senza mai farsi notare.

Note: Nuova produzione Opéra Royal de Wallonie-Liège

Interpreti: Tiziana Caruso (Turandot), José Cura (Calaf), Heather Engebretson (Liù), Luca Dall'Amico (Timur), Patrick Delcour (Ping), Gianni Mongiardino (l'Imperatore Altoum), Papuna Tchuradze (Pong), Xavier Rouillon (Pang), Roger Joakim (il Mandarino)

Regia: José Cura

Scene: José Cura

Costumi: Fernand Ruiz

Orchestra: Opéra Royal de Wallonie-Liège

Direttore: Paolo Arrivabeni

Coro: Opéra Royal de Wallonie-Liège

Maestro Coro: Pierre Iodice

Luci: Olivier Wéry

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Per la prima volta quest’opera di Händel è stata eseguita a Roma, in forma di concerto

classica

A Ravenna l’originale binomio Monteverdi-Purcell di Dantone e Pizzi incontra l’eclettico Seicento di Orliński e Il Pomo d’Oro

classica

Torino: inaugurazione di stagione con Le nozze di Figaro