Per il suo settimo lavoro scenico (non pochi, per un compositore vicino allo spettralismo per poetica), secondo su un libretto dello scrittore norvegese Jon Fosse, Haas cerca di risolvere l’intera drammaturgia in un’immersione esperienziale: quella della soglia, di entrata nella e di uscita dalla vita, per cui le parole recitate dal padre di Johannes al ‘mattino’ e quelle cantate da questi – nonché da personaggi già trapassati – alla ‘sera’ dell’esistenza suonano statiche e ipnotiche, assai più delle ondate sonore che Haas plasma con la sua abilità visionaria e con generosi slanci in orchestra e nei sipari sonori di due set di percussioni a vista. La costruzione del tempo squisitamente musicale di tale esperienza è perciò fondamentale, e calandosi nelle sue coordinate la regia di Vick riserva le consuete zampate; all’inizio tutto in palcoscenico si mostra in un bianco-grigio indifferenziato, la luce e la lentissima rotazione completa degli oggetti scenici (tutto simbolico, il percorso circolare, una porta, un letto, una barca – i personaggi appartengono peraltro a una famiglia di pescatori) articolano dolcemente la visione, che ha un’accelerazione appena prima della fine: una violenta luce di taglio e poi verso il pubblico – Johannes ha varcato la soglia, “cessano le parole” e anche l’orchestra si placa – fa percepire ancor più grigia e ‘dall’atra parte del tunnel’ la scatola ottica, nella quale la figlia Signe canta in sospensione le ultime battute. Solidissimi e in sostanza tutti sullo stesso ottimo livello gli interpreti vocali – c’era anche Klaus Maria Brandauer quale interprete del padre – e l’orchestra con coro vocalizzante in buca, guidati da Michael Boder, pur se Christoph Pohl (Johannes) ha ricevuto un supplemento di plauso dalla non piena ma calorosa sala.
Note: Coproduzione della Deutsche Oper Berlin e del Royal Opera House Covent Garden di Londra
Interpreti: Johannes: Christoph Pohl
Erna: Helena Rasker
Signe, Hebamme: Sarah Wegener
Peter: Will Hartmann
Olai: Klaus Maria Brandauer
Regia: Graham Vick. Drammaturgia: Sebastian Hanusa. Direzione di palcoscenico: Claudia Gotta
Scene: Richard Hudson. Video: 59productions
Costumi: Richard Hudson
Orchestra: Orchestra della Deutsche Oper di Berlino
Direttore: Michael Boder
Coro: Coro della Deutsche Oper di Berlino
Maestro Coro: William Spaulding
Luci: Giuseppe Di Iorio
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