La magia della seduzione

Trieste: Don Giovanni di Aguilera-Gelmetti

Recensione
classica
Teatro Verdi Trieste
Wolfgang Amadeus Mozart
30 Ottobre 2015
La scena del banchetto finale, reinterpretata come un'ultima cena nella quale Don Giovanni-anti Cristo proclama la propria fede terrena, illumina l’impostazione registica che Allex Aguilera ha ipotizzato per l'inaugurazione della Stagione Lirica al Teatro Verdi di Trieste. Il cavaliere licenzioso, affidato all’eccellenza vocale e scenica di Nicola Ulivieri, non solo accentra e manipola le vite altrui ma, dissestando le identità consolidate, porta ogni anima fuori da sé (se-duce), svela ambiguità latenti, distrugge false illusioni e getta le basi per una ricostruzione ontologica che vada oltre i muri e i cancelli imposti dalle leggi morali e religiose, secondo la felice intuizione scenografica di Philippine Ordinaire. Attraverso la fascinazione del piacere e dell’Eros Don Giovanni ruba il fiore dell’innocenza (di cui la vivace Zerlina di Diletta Rizzo Marin è simbolo) e “cangia la sorte” delle esistenze: Donna Anna (l’intensa Raquel Lojendio) e Donna Elvira (l’appassionata Raffaella Lupinacci) scoprono il fuoco irresistibile dell’erotismo, mentre Don Ottavio (un Luis Gomes la cui vocalità non sempre convince) da padre-amico si muta in compagno affettuoso. Se Masetto (Gianpiero Ruggeri) dona volto alla ribellione contro l’auctoritas, Leporello rivela con lo spigliato Carlo Lepore l’intraprendenza salace e l’opportunismo celati sotto l’obbedienza servile; infine il Commendatore (Andrea Comelli) si trasforma da uomo-salma, quale appare nella scena dell’omicidio, in audace proiezione metafisica. L’eleganza misurata dei costumi curati da William Orlandi e delle luci di Claudio Schmid si sposano con l’equilibrata direzione di Gianluigi Gelmetti, mirabile soprattutto nei concertati e nel seguire le trasformazioni psicologiche dei recitativi accompagnati. Caldo successo.

Interpreti: Don Giovanni: Nicola Ulivieri Donna Anna: Raquel Lojendio Leporello: Carlo Lepore Donna Elvira: Raffaella Lupinacci Don Ottavio: Luis Gomes Masetto: Gianpiero Ruggeri Zerlina: Diletta Rizzo Marin Il Commendatore: Andrea Comelli

Regia: Allex Aguilera

Scene: Philippine Ordinaire

Costumi: William Orlandi

Orchestra: Orchestra del Teatro G. Verdi di Trieste

Direttore: Gianluigi Gelmetti

Coro: Coro della Fondazione Teatro Lirico G. Verdi di Trieste

Maestro Coro: Alberto macrì

Luci: Claudio Schmid

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

A Ravenna l’originale binomio Monteverdi-Purcell di Dantone e Pizzi incontra l’eclettico Seicento di Orliński e Il Pomo d’Oro

classica

Per la prima volta quest’opera di Händel è stata eseguita a Roma, in forma di concerto

classica

Torino: inaugurazione di stagione con Le nozze di Figaro