Le trasformazioni di Re Ruggero

Londra: Pappano dirige Szymanowski

Recensione
classica
Royal Opera House (ROH) Londra
Karel Szymanowski
09 Maggio 2015
Siamo a Londra, in una delle più grandi organizzazioni inglesi delle arti dello spettacolo, per seguire una nuova produzione di Re Ruggero, capolavoro polacco di dimensioni internazionali, precedente ad opere come Il Castello del Principe Barbablù di Bartok, totalmente estranea a Puccini, e forse più vicina al Dottor Faust di Busoni - un'opera senz'altro atipica, di segrete affinità tra Cristo e Dioniso, con poca azione, apertamente intellettuale e filosofica, di una delle personalità più affascinanti e più complesse della musica del primo ventesimo secolo, musicalmente ispirata da Debussy e Skrjabin, e che produsse un prodigioso balzo in avanti nella storia della musica polacca dopo Chopin: Karol Szymanowski. Nella concezione ideologica di Re Ruggero vi si ritrovano le teorie di Zielifiski, spunti dalle Baccanti di Euripide, l'erotismo-omosessuale dei modernisti, la filosofia di Nietzsche, il nuovo estetismo inglese di Walter Pater, che ruotano attorno al fulcro del mito dionisiaco e del sincretismo fra antiche culture mediterranee, religione e paganesimo. In quella storica invece, re Ruggero II di Sicilia, la cui statua del Franceschi (1888) può essere ammirata sulla facciata del palazzo reale di Napoli, è conquistatore normanno (1130) del sud Italia, Malta e nord Africa. L 'opera costituisce per il regista Kasper Holten, nella sua essenza, un sofferto tentativo di trovare una via di soluzione al problema della relazione omosessualità-follia, mai valicato da Szymanowski. La messinscena, studiata sul profilo interiore del protagonista, è sublimata in una testa gigante al centro del palco con la funzione di condurre il re ad esplorare il proprio inconscio. Questa testa/mente e la sua introspezione, meno che solitaria, accompagna i primi due dei tre atti che la compongono, sostituita da un altrettanto grande fuoco nell'atto finale antico-greco. Buio e silenzio aprono la scena iniziale, un suggestivo gioco di luci svela la testa pian piano seguendo il travolgente crescendo musicale del coro ed orchestra - l'acustica perfetta morbida restituisce ogni dettaglio del suono che corre con naturalezza, il re appare inginocchiato davanti alla sua psiche. Un grandissimo Mauriusz Kwiecien, vera star - baritono vocalmente sfaccettato, con chiaroscuri, diminuendi, legati preziosi. Tutt'intorno, il popolo come in un anfiteatro commenta e condanna il blasfemo pastore, il tenore Saimir Pirgu - cinico e gradevole. Ma lo spettacolo avviene al secondo atto. L'enorme testa ruota verso la sala, si vedono piani di passaggi e stanze piene di libri: il re è dentro e vaga tormentato nella sua psiche. Non solo, ballerini personificano il tormento di Ruggero, avvolgono la scena danzando sempre più impetuosi sulle lunghe melodie senza risoluzione, coinvolgendo Roxana e tutti i presenti in una danza orientaleggiante sfrenata ed erotica. Così è timbricamente perfetta per il ruolo Georgia Jarman Roxana, con colorature espressive al limite del sensuale, ma da plasmare sulle sfaccettature del canto polacco. Tra le voci spicca anche Kim Begley Edrisi. Poi, avere in buca un direttore come Pappano, che crede nella musica come pensiero, in ciò che sta al di là delle note, qui straordinario nella lettura di una partitura complessa di cromatismi, mobilità tonale, modalità arcaiche, variazioni, tensioni espressive, risoluzioni sempre differenti oppure assenti, è senza dubbio privilegio. Concertato il tutto con ricca espansione, fluidità armonica e ritmica da Pappano, il nero dominante delle luci vede solo alla fine l'alba al terzo atto. Re Ruggero non partecipa al rito dionisiaco e, rimasto solo con Edrisi, canta un inno al Sole che sorge accecante da dietro le quinte, col quale si chiude l'opera. Attualissima, perché la grande arte parla sempre al presente, resta solo una domanda: Ruggero compie la sua trasformazione, la sua scelta? Apollo-Dionisio?

Note: L'opera sarà visibile sul sito della ROH, youtube, The Opera Platform dal 16 maggio http://www.opera-europa.org/en/the-opera-platform

Interpreti: Archivescovo Alan Ewing, diaconessa Agnes Zwierko, re Ruggero II di Sicilia Mauriusz Kwiecien, Edrisi Kim Begley, Roxana Georgia Jarman, pastore Saimir Pirgu

Regia: Kasper Holten

Scene: Steffen Aarfing

Corpo di Ballo: Vittorio Bertolli, James Cousins, Jozsef Forro, Joel Fritzon, Martin Lindinger, Theo Samsworth, Fernando Troya

Coreografo: Cathy Marston

Orchestra: Royal Opera House

Direttore: Sir Antonio Pappano

Coro: Royal Opera House e aggiunti

Maestro Coro: Renato Balsadonna

Luci: Jon Clark

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