Mozart visto da Canova

"La clemenza di Tito" a Parigi

Recensione
classica
Théatre des Champs-Elysées
Wolfgang Amadeus Mozart
10 Dicembre 2014
Il direttore Jérémie Rohrer (classe 1973) continua la sua scoperta di Mozart, autore che l’ha imposto nel 2006 al festival di Beaune grazie ad un audace Idomeneo. Dopo Le nozze, Così e Il ratto, tocca ora alla Clemenza di Tito per la quale si ritrova in tandem con l’attore della Comédie Française, Denis Podalydès, prestato alla regia. Ed è un successo. Le Cercle de l’Harmonie, l’orchestra fondata da Rohrer, conferma tutta la perizia. In una partitura quanto mai ostica specie per i fiati, gli strumentisti sfoderano eleganza e maestria tecnica. Il Mozart di Rohrer ha tutta la rotondità di una scultura di Canova: pieno di grazia, trasuda sensualità, quella degli impasti di colori strumentali. Ma il prezzo da pagare è che a volte ci attenderemmo toni più energici, se non violenti almeno sanguigni. Tutto è invece neoclassicamente controllato. A cominciare dall’agogica, sempre misurata. La bravissima Karina Gauvin è stata quanto mai convincente nei panni di una Vitellia travolta dalle passioni (amore, gelosia, rimorso). La sua è una tavolozza ricca e il rondò “Non più di fiori” diventa una lezione di stile e un piacere per le orecchie (e il soprano canadesedomina, vocalmente e drammaticamente, nel terzetto “Vengo… aspettate”). Kate Lidsey è un prodigioso Sesto. Invece non ineccepibile Kurt Streit. Il regista fa cominciare l’opera con la lettura di versi dalla Bérécine di Racine, tanto per ribadire la filiazione. Atmosfera classicheggiante sì, ma immaginata nella hall di un grand hotel di una Roma degli anni Quaranta. La scena si fa allora carica di ammiccamenti senza irrigidirsi di una riproduzione museale. Grazie ad un intelligente lavoro di squadra, una delle opere mozartiane più difficili da rappresentare funziona a meraviglia. Ed è merito un po’ di tutti.

Interpreti: Kurt Streit (Tito), Karina Guavin (Vitellia), Julie Fuchs (Servilia), Kate Lindsey (Sesto), Julie Boulianne (Annio), Robert Gleadow (Publio)

Regia: Denis Podalydès

Scene: Eric Ruf

Costumi: Christian Lacroix

Orchestra: Le cercle de l'harmonie

Direttore: Jérémie Rohrer

Coro: Ensemble vocal Aedes

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