Il ritorno di Don Checco

Riscoperta al San Carlo l’opera buffa di Nicola De Giosa che trionfò nel pieno Ottocento

Recensione
classica
Teatro San Carlo Napoli
Nicola De Giosa
25 Settembre 2014
Don Checco del barese-napoletano Nicola De Giosa ebbe un clamoroso fino al 1887 in Italia e fuori. Poi l’oblio che ha coperto il suo autore fino ai nostri giorni. Questa prima ripresa scenica moderna nasce dalla collaborazione tra San Carlo e Festival della Valle d’Itria, dove sarà proposta nel 2015, e si ambienta bene nel teatrino di corte del Palazzo Reale. Deliziosa la scena d’osteria disegnata da Rubertelli con bei costumi e buona prova del coro maschile, qualche sfasatura nella piccola orchestra diretta con slancio da Francesco Lanzillotta. Esile la vicenda disegnata da Almerindo Spadetta,pretesto per una garbata messa in scena di Lorenzo Amato, che esalta la tradizione della farsa napoletana fino a Totò. La partitura è un fiume di musica, piena di citazioni, ben orchestrata e dal ritmo forsennato, con impervie cabalette del protagonista Don Checco (all'epoca il mitico Casaccia), unico a cantare e parlare in lingua napoletana: Bruno Taddia è all’altezza della sfida, proponendo una comicità misurata ed elegante. Gli altri cantano poco ma bene: soprattutto convincente l’unica donna in scena, Carmen Romeu nei panni di Fiorina, figlia dell’oste Bartolaccio che ottiene alla fine il sospirato matrimonio col garzone Carletto, grazie alla generosità del Conte travestito da pittore e soprattutto alla schiettezza popolare di Don Checco inseguito dall'esattore Succhiello. Stupefacente l’attualità del finale dove, in napoletano, si elogia il debito come condizione universale dell’uomo, in cui sguazzano tutte le figure dei lavoratori di un teatro, dal librettista al compositore, dall’impresario al direttore e ai cantanti: il pensiero corre ovviamente alle condizioni del San Carlo e di gran parte delle Fondazioni Lirico Sinfoniche. Almeno per una sera si sorride.

Note: Edizione critica di Lorenzo Fico. Coproduzione con il Festival della Valle d'Itria che l'ha inserita nella stagione 2015

Interpreti: Carmen Romeu (Fiorina) Fabrizio Paesano (Carletto) Giulio Mastrototaro (Bartolaccio) Salvatore Grigoli (Roberto) Bruno Taddia (Don Checco) Vincenzo Nizzardo (Succhiello)

Regia: Lorenzo Amato

Scene: Nicola Rubertelli

Costumi: Giusi Giustino

Orchestra: Teatro San Carlo

Direttore: Francesco Lanzillotta

Coro: Teatro San Carlo (solo maschile)

Maestro Coro: Salvatore Caputo

Luci: Alessandro Carletti

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

In programma Čajkovskij e Gon 

classica

Un memorabile recital all’Accademia di Santa Cecilia, con Donald Sulzen al pianoforte

classica

La tappa torinese per i sessant’anni della cantante