La prospettiva di Pollini
Le sue "Perspectives" a Parigi
Recensione
classica
Ultimo dei concerti del ciclo "Pollini Perspectives" nella parigina Salle Pleyel, l’appuntamento di ieri sera con Maurizio Pollini accostava tre Madrigali da "Carnaval" di Salvatore Sciarrino e le "Sonate op. 109, 110 e 111" di Beethoven, come a voler dire che pur guardando a suggestioni (nel primo caso) e forme (nel secondo) che hanno come riferimento l’antichità, si può essere a pieno titolo nel presente e proiettarsi nel futuro, con Beethoven come con Sciarrino. Quelli di "Carnaval" sono infatti dei madrigali concertanti che guardano a Monteverdi più che allo Schumann cui il titolo farebbe pensare, tra il contrappunto vocale (più interessanti proprio i trattamenti delle voci nei pezzi “Lasciar vibrare” e “Liuto senza corde”) e l’attenzione per i fiati tutta sciarriniana. Al pianoforte non c’era Maurizio Pollini, sul palco poi per la triade beethoveniana, ma il figlio Daniele, insieme all’ensemble Klangforum Wien e Neue Vocalsolisten Stuttgart diretti da Tito Ceccherini, tutti legati a Sciarrino e alle sue prime esecuzioni, in particolar modo a questa prima francese, brano commissionato proprio da Pollini, dedicato a lui, al figlio e alla moglie ed eseguito dagli stessi interpreti la scorsa estate a Lucerna.
Tempi morbidi e sonorità piene e rotonde ma non squillanti per le tre sonate: un altro punto in comune tra la prima e la seconda parte del programma potrebbe essere la ricerca del suono, nota in Sciarrino compositore che nei testi dei Madrigali ne fa dichiarazione poetica e indagata da Pollini interprete.
Il teatro ha abbracciato il maestro proprio sotto il palco con un lunghissimo applauso, decisamente più caloroso ed entusiasta di quello della prima parte della serata.
Interpreti: Maurizio Pollini, pianoforte; Daniele Pollini, pianoforte; Tito Ceccherini, direttore; Klangforum Wien; Neue Vocalsolisten Stuttgart
Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche
classica
A Colonia l’Orlando di Händel tratta dall’Ariosto e l’Orlando di Virginia Woolf si fondono nel singolare allestimento firmato da Rafael Villalobos con Xavier Sabata protagonista
classica
Jonas di Carissimi e Vanitas di cinque compositori contemporanei hanno chiuso le celebrazioni per i trecentocinquanta anni dalla morte del grande maestro del Seicento