Il Sabba di Natale
Berlioz alla Scala con Ticciati
Recensione
classica
L'imprinting di Colin Davis lo si vede nel gesto, soprattutto lo si sente perché Robin Ticciati ha infuso grande leggerezza ed eleganza nell'orchestra della Scala come pure nella scelta di Hector Berlioz, compositore amatissimo da sir Colin. Il Concerto di Natale ha così regalato una lettura della Symphonie Fantastique lucida e analitica, con Ticciati che ha preso e brillantemente superato i rischi dei tempi lenti nel primo movimento. Ha poi dimostrato un perfetto controllo delle violente esplosioni sonore come delle sospensioni suggerite dal corno inglese (il bravo Renato Duca) e dei minacciosi avvertimenti delle percussioni. Se proprio ci fosse da trovare un neo nell'esecuzione è proprio nell'impressione che questo "tutto perfetto" abbia comportato anche una certa freddezza emotiva. La serata comunque è riuscita ottimamente, anche se le numerose signore russe in platea, che nell'entusiasmo d'essere alla Scala avevano applaudito alla fine del primo movimento, forse non si sono rese conto come il Natale alla fine fosse celebrato con un cupo Dies Irae che accompagnava uno scatenato sabba di streghe e diavolacci. A equilibrare l'atmosfera ci ha pensato poi Robin Ticciati annunciando che, data la ricorrenza, avevano preparato una "cosina" natalizia: vale a dire L'adieu des bergers à la Sainte Famille, tratto dalla seconda parte de L'enfance du Christ. Si è alzato il fondale ed è comparso al gran completo il coro scaligero. Anche in questo caso esecuzione impeccabile. Molti gli applausi al Maestro, come pure al direttore del coro Bruno Casoni
Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche
classica
Saltata la prima per tensioni sindacali, il Teatro La Fenice inaugura la stagione con un grande Myung-Whun Chung sul podio per l’opera verdiana