Il suono della mancanza
Lucia Ronchetti intorno al Concerto per la mano sinistra di Maurice Ravel
Recensione
classica
Prima assoluta ad Ancona per Ravel Unravel, action concert piece di Lucia Ronchetti, ospitata dalla rassegna concertistica degli Amici della Musica. Seguiranno altre quattro riprese fino a settembre, a Roma, Firenze, Modena e Torino. L'opera, una sorta di riflessione metalinguistica sul Concerto per la mano sinistra, mette in scena Ravel stesso, nella voce e nel violoncello di Francesco Dillon, e Paul Wittgenstein, il pianista dal braccio amputato dedicatario della composizione, a cui dà vita Emanuele Torquati. La drammaticità della condizione dei due uomini è tutta espressa dalla musica e dalla gestualità: il pianista suona in maniera compulsiva, chiuso in se stesso, utilizzando anche l'arto fantasma e riaffermando così con forza il proprio rifiuto della mancanza fisica; il violoncellista esprime con suoni incerti e inarticolati la propria mancanza mentale, l'afasia che afflisse Ravel dopo un incidente d'auto nel 1932. Quella stessa mancanza che negli scritti del fratello filosofo di Wittgenstein, Ludwig, è vista come l'irrinunciabile condizione che segna il rapporto tra pensiero e linguaggio: l'intraducibilità del pensiero in linguaggio è esasperata nel tentativo del pianista di ricostruire la parte della mano destra mancante, e dell'autore di far rispettare la propria partitura. L'incomunicabilità tra autore ed interprete e il loro dolore stanno così al centro della pièce: il pianista stravolge l'idea originaria di Ravel nel tentativo di autoaffermarsi e di compensare con un grottesco virtuosismo la propria menomazione, mentre l'autore ascolta irritato e stupefatto la performance.
Bravissimi i due performers, di grande espressività anche nelle Tre Romanze di Schumann e nella Sonata in re min. op. 40 di Sostakovic che hanno completato il programma.
Note: Testo di Eugene Ostashevsky
Interpreti: Francesco Dillon, violoncello Emanuele Torquati, pianoforte
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