Wagner torna a Venezia
Nel bicentenario il recital di Dana Ciocarlie
Recensione
classica
In una Venezia imbiancata e rallegrata dalla festosità del martedì grasso, il Festival Le Salon Romantique, organizzato dal Centre de Musique Romantique Française, ha proposto un appuntamento dedicato a Richard Wagner, in occasione del bicentenario della nascita. Protagonista della serata la giovane pianista Dana Ciocarlie, che ha collezionato un programma composto da opere originali intrecciate a parafrasi, trascrizioni e improvvisazioni sui temi più celebri dei drammi wagneriani. I suoi lavori pianistici ricoprono indubbiamente un ruolo marginale all'interno del suo catalogo, anche se la Sonata in la bemolle maggiore del 1853 delinea un tentativo formale forse memore della forma ciclica lisztiana, opportunamente sottolineato dalla Ciocarlie. Di piacevole ascolto le rielaborazioni dell'austriaco Alfred Jaëll, pianista compositore di scuola czernyana, che con una scrittura abbordabile anche agli strumenti tecnici di un buon dilettante contribuisce a diffondere nei salotti romantici con gusto e raffinatezza le creazioni wagneriane di maggiore successo. Ciocarlie ne esalta soprattutto la fluida scorrevolezza e i sinuosi fraseggi con una levigatezza che se manca a volte di precisione e potenza strumentale lascia comunque emergere un eloquio dal tocco ricercato e dolcemente cantabile, in modo particolare nella Parafrasi op. 35 dedicata al Lohengrin e al Tannhäuser, o in Transcription, appartenente al trittico ispirato al Tristan (sorta di amplificazione del Träume che conclude i Wesendonck-Lieder). Se la brillante leggerezza del lisztiano Spinnerlied, tratto dall'Olandese Volante, risultava un po' opaca, molto efficace, nel suo soave e avvincente lirismo, è apparso invece il Liebestod di Isotta, seguito da tre bis schumanniani.
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