Suoni dal Baltico
Successo a Milano per la Baltic Youth Philharmonic
Recensione
classica
Verrebbe voglia di tirare in ballo lo spirito delle tradizione socialdemocratica nordica, senonché questo svierebbe dal discorso prettamente musicale. E non sarebbe nemmeno del tutto corretto, visto che la giovane (come età media dei musicisti ma anche come storia) Baltic Youth Philharmonic, protagonista al Dal Verme di Milano di un concerto complesso e variegato, guarda anche a Stati che di socialdemocratico hanno avuto (e hanno) ben poco (leggi: Russia). Ad ogni modo, osservando i frequenti scambi di posto fra i componenti, a cominciare dal primo violino per arrivare alla sezione degli ottoni, viene da pensare a quante vie ci siano per tenere insieme un'orchestra emergente evitando protagonismi poco formativi e lasciando spazio alla cosa importante della faccenda, ovvero la musica. Che nel caso qui esaminato ha ben poco da invidiare a navigate (ancora per età e per esperienza) compagini europee. Il suono che il ginnico e gioviale Kristjan Järvi ha saputo infatti distillare dai suoi musicisti durante la serata spaziava dal lirismo della Sinfonia n. 3 in La min. op. 44 di Rachmaninov ai magnifici colori del Till Eulenspiegels lustige Streiche op. 28 di Strauss, passando per le ricche Metamorfosi sinfoniche di Hindemith e l'ouverture del Nabucco verdiano. Sicurezza negli attacchi, attenzione alle rifiniture nei soli (si potrebbe dire tutti di alto livello), sensibilità per il colore ma soprattutto una sana voglia di trasmettere piacere nel suonare descrivono una serata gustosa che si è protratta – con buona pace di chi non vedeva l'ora di defilarsi, cappotto in mano – per ben quattro fuoriprogramma, fra i quali è spiccata una Wassermusik handeliana dall'inaspettato groove latino. Calorosi applausi conclusivi a conferma della piena riuscita dello spettacolo.
Orchestra: Baltic Youth Philharmonic
Direttore: Kristjan Järvi
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