Il pubblico viennese acclama la nuova "Traviata" delle Festwochen – inspiegabilmente, lamenta a caldo qualche voce della stampa locale. Le cause di questo successo (in effetti la produzione così eccellente poi non è, piuttosto elevata routine): la credibilità dei personaggi e delle situazioni. È questo il punto di forza della regia di Deborah Warner, il volersi porre contro qualsivoglia idealizzazione. L’allestimento dispone di un’interprete come Irina Lungu, che oltre a essere un’esperta Violetta, può rappresentare il personaggio in modo realistico. Deborah Warner sceglie scenari sobri e a volte crudi: l’ouverture e il terzo atto si svolgono in una squallida camera d’ospedale, il primo e secondo atto in interni stilizzati; gli abiti sono moderni e non attirano più di tanto l’attenzione. L’unico momento discordante, dove l’interpretazione registica passa in primo piano ma senza forzature, è all’inizio della seconda scena del secondo atto, quando le zingarelle e i toreri si presentano agli invitati di Flora e al pubblico in un balletto esplicitamente queer. Nella sua parte musicale, non sempre la produzione è vibrante e avvincente. I protagonisti principali sono ben scelti ma questo cast non passerà alla storia. Il duetto tra Violetta e Giorgio nel secondo atto è forse la scena più riuscita. Sono soprattutto i momenti della partitura meno ritmizzati a funzionare meglio, perché Omer Meir Wellber li dilata illuminandone il tessuto armonico e timbrico. Nelle parti, invece, in cui predomina il ductus ritmico, il giovane direttore calca con gli accenti e copre la scena.
Interpreti: VIOLETTA VALÉRY/ Irina Lungu
FLORA BERVOIX / Karine Ohanyan
ANNINA / Dshamilja Kaiser
ALFREDO GERMONT / Saimir Pirgu
GIORGIO GERMONT / Gabriele Viviani
GASTONE VICOMTE DE LÉTORIÈRES / Tomas Juhas
DOTTORE GRENVIL / Günes Gürle
Regia: Deborah Warner
Scene: Jeremy Herbert
Costumi: Rudy Sabounghi
Coreografo: Kim Brandstrup
Orchestra: ORF Radio-Symphonieorchester Wien
Direttore: Omer Meir Wellber
Coro: Arnold Schoenberg Chor
Maestro Coro: Jordi Casals, Ottokar Prochazka
Luci: Jean Kalman