Un cantiere di lungo corso
Il nuovo brano di Sciarrino al Festival delle Nazioni
Recensione
classica
La produzione di Sciarrino si è concentrata da anni sulla vocalità, cercandone - e centrandone - una declinazione personale ed originale, memore del carattere liminare e umbratile del suono secondo la consolidata ricerca sciarriniana, ma attenta alla percezione e al risalto emotivo della parola. 'Cantiere del poema', novità commissionata e proposta dal Quarantaquattresimo Festival delle Nazioni, ha confermato queste ormai salde qualità di concezione e scrittura, applicate qui a testi assai diversi, e propiziatori di diversificate soluzioni anche in rapporto al corteggio dei dieci strumenti, sì da giustificare il titolo: il primo testo, denso e antifrastico, dello stesso Sciarrino , ha forse scavato la traccia più profonda nell'ascolto del pubblico (abbastanza numeroso, per una proposta impegnativa estesa a due capisaldi del primo Novecento cameristico), in virtù della sua adamantina condotta formale che poggia su due opposti registri vocali. L’acustica della Cattedrale di Città Castello ha dato piena risonanza a tali forme (e alla relazione con lo strumentale, tanto dosato quanto incisivo), ma non ha reso giustizia alla percezione della parola nell’ultimo brano della raccolta, dedicato al testo più lungo (un montaggio da 'Le Grazie' del Foscolo) e più allusivo al procedimento associativo eppure episodico che Sciarrino sembra proiettare, partendo da quel testo poematico, fin nella costruzione dei nessi tra figure sonore. Assai bravi comunque tutti gli applauditi interpreti (Anna Radziejewska e l'Ensemble Algoritmo diretto da Marco Angius), curatissimi anche nell'altro lavoro sciarriniano (Tre duetti con l'eco), così come nel Mallarmé-Ravel e nello Janacek del Concertino (solista, precisa e granitica, Anna D'Errico).
Interpreti: Anna Radziejewska, voce Anna D'Errico, pianoforte
Orchestra: Ensemble Algoritmo
Direttore: Marco Angius, direttore
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