Monte-Carlo è tutta Schumann
Gran finale al Printemps des Arts
Recensione
classica
L’esecuzione della Missa Sacra di Schumann da parte dell’Orchestre Philharmonique de Monte Carlo affiancata dal Choeur Balthasar-Neumann sotto la direzione di Hengelbrock ha chiuso ieri il sipario sul XXVII Festival Printemps des Arts del Principato monegasco. L’intero week-end era dedicato alla musica di Robert, onorato in modo migliore che nel passato anno di celebrazioni per il ricercato studio dei programmi.
Venerdì 8 aprile si è esibito alla Salle Garnier il Trio Dali, ottima formazione francese di giovani solisti che dimostrano un affiatamento straordinario. Vineta Sareika (violino), Christian-Pierre La Marca (violoncello) e Amandine Savary (pianoforte) hanno regalato una lettura ineccepibile dei "Fantasiestücke op. 88" e del "Trio op. 110" nonché del "Trio" di Clara Wieck, di cui ricorderemo l’emozionante incipit dell’Andante, un delicato riflesso lunare tra le cavalcate appassionate di Florestano.
L'indomani il pubblico è stato condotto per mano nella "Nuit du Piano": quattro ore di racconti fantastici e maschere danzanti. Marc Monnet, direttore artistico del Festival, ha scelto di ripercorrere la poetica schumanniana partendo dal tema del doppio, tanto caro a Jean-Paul Richter ed a E.T.A.Hoffmann, scrittori preferiti di Robert, portando proprio sullo stesso palco due pianisti, Philippe Bianconi e Finghin Collins. L’alternarsi degli esecutori e dei brani sottolineava di volta in volta una chiave di lettura diversa delle tante pagine famose, dall’ispirazione letteraria alle citazioni nascoste, dalla semplicità fanciulla alla complessità angosciata, dal primo pezzo per piano solo all’ultimo. Se Bianconi rendeva al meglio l’andamento rapsodico ed il tempo di danza, Collins conquistava il pubblico con la sua poesia e una bellezza di suono che non stancava nemmeno dopo ore.
Interpreti: Trio Dali Duo pf Philippe Bianconi-Finghin Collins
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