Fine della Storia
La musica pop secondo Gino Castaldo in scena a Bari, con il violoncello di Giovanni Sollima
Recensione
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Come ci sono un sacco di musiche popular, ci devono essere molte storie della musica popular (o “popolare”, come qualche autarchico ancora si ostina a dire). Del tutto personale, soggettiva – e come tale insieme vittima e orgogliosa dei propri limiti e delle proprie idiosincrasie – è quella di Gino Castaldo, raccontata nel libro “Il buio, il fuoco, il desiderio” (Einaudi Stilelibero) e ora in un omonimo spettacolo, produzione di Puglia Sounds nell’ambito del bel festival barese Time Zones, diretto da Gianluigi Trevisi.
E se molte sono le musiche, Castaldo ci chiarisce subito che molte sono anche le morti della musica, e ancora di più le sue rinascite. La musica è finita “un’infinità di volte”: con Hendrix che dilania la chitarra in “Star Spangled Banner”, con i Rolling Stones che copiano “Satisfaction” dai Devo, con il non-gesto dei Kraftwerk, con tutte le “prime volte” dei Beatles. Lo spettacolo – che vero “spettacolo” non è: piuttosto, un reading teatralizzato - ha il suo punto di forza scenico nel violoncello “totale “di Giovanni Sollima, impiegato come intermezzo di lusso, strappato, distorto, effettatato, preparato. Una carta bianca per esaltare il virtuosismo istrionico del siciliano, che utilizza composizione sue (“Hell”), infila nella mischia Satie, cita i Nirvana immerso nelle belle immagini video curate da Gennaro Tosto, fra icone del Novecento e videoclip diffusi da schermi televisivi nei palchetti. A lato, l’affabulatore Castaldo, non attore che neanche ci prova a esserlo, ma che convince e diverte con il suo piglio da nonno rockofilo. Meno riuscita la lettura un po’ “sbavata” dell’attore (lui sì, vero) Loris Loddi. Certo, come si è detto, quella di Castaldo è solo una delle molte storie possibili, e ad una disamina critica mostrerebbe certamente alcune lacune. Però è [i]sua[/i], e ottimamente scritta: nell’epoca postmoderna della fine della musica (anzi: delle fini delle musiche), forse ci tocca testimoniare la fine delle storie della musica così come le conoscevamo.
Interpreti: Gino Castaldo, Loris Loddi: letture; Giovanni Sollima: violoncello; Gennaro Tosto: video.
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