Zeffirelli e la Turandot formato kolossal

Emozioni visive in Arena

Recensione
classica
Ente Lirico Arena di Verona Verona
Giacomo Puccini
01 Luglio 2010
Chissà se la nuova Turandot di scena all’Arena è davvero l’ultima regia di Franco Zeffirelli, come ha annunciato di recente l’87enne regista fiorentino. Di certo si è facili profeti immaginando che l’allestimento di ieri sera del capolavoro di Puccini (seconda recita, dopo la “prima” del 18 giugno) diventerà un classico del cartellone estivo veronese, accanto ad Aida e Carmen. Ancora una volta, infatti, l’enorme palcoscenico all’aperto è valorizzato da una mise en scene esotica e kolossal, che strappa applausi a scena aperta. Per esempio quando, nel II atto, il sipario si alza sulla reggia imperiale: un tripudio dorato dai riflessi verde e rosa, preso d’assalto dai flash delle macchine fotografiche. La cerchia sfavillante di mandarini e concubine (favolosi i costumi disegnati da Emi Wada) risalta anche per il contrasto con l’alone livido che circonda invece il miserabile popolo di Pechino. Una novità è il taglio di dieci minuti di musica di Alfano, tra la morte di Liù e il coro imperiale: una scelta discussa, che dopo la prima ha fatto sì che si ritornasse, come ieri sera, al finale tradizionale. L’altra è l’amplificazione che forse richiede ancora qualche revisione. I microfoni sono d’aiuto ai cantanti solo in alcuni punti del palco. Valorizzano molto il coro (il vero protagonista vocale della serata), mentre penalizzano l’orchestra: appannata sul piano acustico, a discapito della salda conduzione di Giuliano Carella. Nel cast si segnala, per l’ottima dizione e il timbro squillante, il Calaf di Marco Berti. Carismatica la Turandot di Giovanna Casolla, espressiva la Liù di Tamar Iveri, godibile la comicità non caricaturale di Filippo Bettocchi, Aldo Orsolini e Luca Casalin alias Ping Pong Pang. Le emozioni sono più visive che musicali, ma lo spettacolo è coinvolgente e viene calorosamente applaudito.

Interpreti: Giovanna Casolla (Turandot), Antonello Ceron (Altoum), Carlo Cigni (Timur), Marco Berti (Calaf), Tamar Iveri (Liù), Filippo Bettoschi (Ping), Aldo Orsolini (Pong), Luca Casalin (Pang), Nicolò Ceriani (Mandarino), Angel Harkatz Kaufman (Principe di Persia)

Regia: Franco Zeffirelli

Scene: Franco Zeffirelli

Costumi: Emi Wada

Corpo di Ballo: Corpo di ballo dell'Arena di Verona

Coreografo: Maria Grazia Garofoli

Orchestra: Orchestra dell'Arena di Verona

Direttore: Giuliano Carella

Coro: Coro dell'Arena di Verona

Maestro Coro: Paolo Facincani

Luci: Paolo Mazzon

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Il primo pianista francese a vincere il Čajkovskij di Mosca conquista il pubblico milanese con un interessante quanto insolito programma.

classica

A Colonia l’Orlando di Händel tratta dall’Ariosto e l’Orlando di Virginia Woolf si fondono nel singolare allestimento firmato da Rafael Villalobos con Xavier Sabata protagonista 

classica

Jonas  di Carissimi e Vanitas  di cinque compositori contemporanei hanno chiuso le celebrazioni per i trecentocinquanta anni dalla morte del grande maestro del Seicento