Se c’è una cosa che gli anglosassoni sanno fare è l’entertainment. Non ci si aspettava altro dallo scintillante carrozzone di The Opera Show. Lo stesso regista Mitch Sebastian aveva lanciato la sfida sostenendo di voler presentare le più celebri arie d’opera in stile MTV. Ma purtroppo lo spettacolo esce mestamente anche dal confronto con questo proclama. Si arriva a teatro con in mente Broadway, Madonna e Luhrmann, ma il primo problema con cui si fa i conti è la noia: gli effetti speciali paiono stanche riproposizioni di cose già viste, e nel III atto, annunciato come futuristico, ci troviamo addirittura di fronte a un immaginario che più anni ’80 non si può. Il secondo più grave problema, è l’entertainment vero e proprio. Si deve aspettare il II atto per trovare la prima idea drammaturgica, dopo una sequenza di ben otto arie che si regge sulla sola sostanza della musica di Mozart, Rossini o Händel, mentre intorno è vuoto totale. Quando su "Lascia ch’io pianga" svolazzano gli aquiloni, comincia a serpeggiare un sospetto che verrà purtroppo confermato nel prosieguo: l’obiettivo era quello di avvicinare le giovani generazioni alle grandi arie, ma siamo sicuri che per farlo si debba programmaticamente svuotare ogni possibilità della musica di parlare da sé, di comunicare emozioni autentiche? Spesso ci si dimentica che si può essere leggeri senza necessariamente essere vuoti, senza ridurre tutto a un talent show, dove si applaude l’acuto di Nessun dorma (grazie tante) e ci si esalta per un improbabile tip-tap sulla Toccata e fuga in Re minore (a proposito: chi spiega al traduttore del programma di sala che D in inglese vuol dire re e non do?). Forse è il caso di abbandonare i sensazionalismi e di interrogarsi su quali siano i requisiti minimi perché uno spettacolo funzioni.
Interpreti: James Cleverton, baritono; Clare Eggington, soprano; Jesus Garcia, tenore; Kevin Greenlaw, baritono; Jaewoo Kim, tenore; Anna-Clare Monk, soprano; Katrina Thurman, soprano; Janette Zilioni, soprano.
Corpo di ballo: Shaun Capewell; Lisa Donmall; Amber Doyle; Tanya Richam-Odoi; Dharmesh Patel.
Orchestra: Paola Caballero, violino; Soledad Vicente, viola; Marina Comas, violoncello; Ignacio Lois, chitarra; Maria Carmen, clarinetto; Argia Eded Pujana, flauto; Roxan Jurkevitch, percussioni
Musica originale e arrangiamenti: Noel Vine; Supervisione e orchestrazioni: Matthew Freeman
Regia: Mitch Sebastian
Scene: Sean Cavanagh
Costumi: Christopher Giles
Coreografo: Mitch Sebastian
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