Cominciamo dalla fine: applausi ritmati e urla da concerto rock richiamano Bang On a Can All-Stars sul palco per due bis, e il gruppo risponde con un potente dittico di Don Byron dal sapore zappiano, che funge da prova per il concerto del giorno dopo a Roma. Vederli interpretare con dedizione e vigore musica scritta per loro (caso raro, un gruppo che "vive" di commissioni, o meglio “tributi” di amici alla loro maestria interpretativa) da un range di personalità che va da Thurston Moore (ex Sonic Youth) a Louis Andriessen, fa sembrare semplice una cosa difficile: comunicare con un pubblico eterogeneo, creando un clima informale e amichevole, presentando a voce ogni brano e suonando ad altissimo livello. Una missione da tempo fatta propria anche da Sentieri selvaggi, che con questa ospitalità ha voluto rendere omaggio a un ensemble con cui ha instaurato un legame profondo.
"Life" di Andriessen (prima mondiale, con video di Marijke Van Warmerdam) sonda in quattro episodi altrettante possibilità di sinestesia audiovisiva, attraverso abili impasti timbrici e un linguaggio orientato verso il post-minimalismo. Colpisce l’intensità lirica di "For Madeline" di Gordon, in cui si avvertono echi della cantillazione ebraica, mentre "Believing" di Wolfe fa letteralmente esplodere la platea, grazie alla carica energetica che tramuta una sorta di punk grottesco in un episodio vocale struggente, prima di dissolversi in un pandemonio à la Zorn. "Sunray" di Lang si sviluppa in cinque sezioni profondamente equilibrate, da una ripetitività ipnotica fino a un unisono scandito dalla batteria e a un finale improvviso. Arido di idee, nonostante la virtuosa gestione del ritmo, "Manhatta" di Nyman, mentre "Stroken Piece #1" di Moore funziona più come pezzo di colore che per qualità intrinseca.
Note: Programma: David Lang, "Sunray"; Michael Gordon, "For Madeline"; Louis Andriessen, "Life" (video Marijke Van Warmerdam); Julie Wolfe, "Believing"; Michael Nyman, "Manhatta" (arr. Andy Keenan) su film di Paul Strand; Thuston Moore, "Stroking Piece #1"
Interpreti: Ashley Bathgate, violocello; Robert Black, contrabbasso; Vicky Chow, pianoforte e tastiere; David Cossin, percussioni; Mark Stewart, chitarra elettrica; Evan Ziporyn, clarinetti e sassofono soprano; Andrew Cotton, ingegnere del suono
Orchestra: Bang On a Can All-Stars
Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche
A Colonia l’Orlando di Händel tratta dall’Ariosto e l’Orlando di Virginia Woolf si fondono nel singolare allestimento firmato da Rafael Villalobos con Xavier Sabata protagonista
Jonas di Carissimi e Vanitas di cinque compositori contemporanei hanno chiuso le celebrazioni per i trecentocinquanta anni dalla morte del grande maestro del Seicento