Simmetrie come immagini su una superficie riflettente, dissonanze come lievi increspature sulla piatta superficie liquida dell’unisono, e infine la violenza del suono che mostra visioni imprevedibili e inquietanti: è l’humus musicale di "Hamlet’s Mill", il nuovo lavoro di Lucia Ronchetti, un progetto di drammaturgia sonora in forma di concerto per due cantanti (soprano e basso) e due doppi strumentali (viola e violoncello). Da lettrice raffinata, per il suo Amleto Ronchetti sceglie le parole di Eugene Ostashevsky come frammenti di un discorso sospeso, reminiscenze di una identità frantumata che si sforza (invano) di ricomporsi ma si arresta davanti al silenzio del finale. Fin troppo misurati i quattro bravi interpreti, che comunque regalano una esecuzione attenta ai minimi respiri e alla fragilità degli equilibri sonori pensati da Ronchetti. Preceduta da una lunga introduzione del suo autore, l'altra prima assoluta: "infra" composto da Andreas Dohmen per cinque voci dei Neue Vocalsolisten. Straordinario saggio ai limiti delle capacità tecniche del gruppo di Stoccarda, fin dalla indicazione del tempo (SSWM cioè "so schnell wie möglich"). Forza mimetica della parola raggiunta attraverso la frantumazione lessicale estrema, una pioggia di suoni brevi o sussurri o soffi come la "pioggia di lagrimar" del sonetto di Francesco Petrarca, che, con Oskar Pastor, offre lo scheletro testuale al gioco di Dohmen. Completavano il programma di Stoccarda la "O du haut" di Michaël Levinas, esercizi di stile vocalici eseguiti con stupefacente duttilità dalla formazione dei Vocalsolisten al completo, così come il moderno madrigale di "Animus Anima" ampliato dal suo stesso autore Ivan Fedele dalle quattro voci originarie. Preziosismi per pochi, salutati da vivo successo dai pochi presenti.
Interpreti: Neue Vocalsolisten Stuttgart (Sarah Sun, soprano; Susanne Leitz-Lorey, soprano; Truike van der Poel, mezzosoprano; Daniel Gloger, countrotenore; Martin Nagy, tenore; Guillermo Anzorena, baritono; Andreas Fischer, basso);
Hannah Weirich (viola); Erik Borgir (violoncello)