La Cina a Bruxelles
Il passo d'avvio di Europalia con un concerto poco convincente
Recensione
classica
Questo concerto era l’apertura del Festival Europalia 2009-2010, che ogni anno pone all’attenzione del pubblico belga la cultura di una nazione. Quest’anno i riflettori si puntano sulla Cina, paese tanto sterminato che il festival durerà quattro mesi, per concludersi proprio nella giornata del Capodanno cinese, il 14 febbraio, dopo una maratona di 500 eventi tra concerti, spettacoli, conferenze e mostre. Di scena la Guangzhou Symphony, la più nota orchestra cinese in campo internazionale, passionalmente diretta da Yu Long.
La prima delle due composizioni in programma, “Beauté chinoise” di Guo Wenjng, alla prima esecuzione europea, è una sinfonia narrativa incentrata sulle figure di due concubine imperiali vissute durante la dinastia Yang e ritenute le più belle donne della Cina. Guo Wenjing combina in questa sua opera elementi della musica sinfonica europea del novecento con altri ispirati all’opera di Sichuan, ottenendo effetti a volte suggestivi, esaltati dalla bravura di Shen Tiemei. Tuttavia, l’incontro delle due tradizioni musicali appare, in questo brano, un’operazione incompiuta, visto che si ha l’impressione di una pura giustapposizione di elementi dell’una e dell’altra.
La seconda composizione in programma, “Reflet d’un temps disparu” di Chen Qigang, è un concerto per violoncello e orchestra ispirato a un’antica melodia cinese. Nella prima parte, il brano trova i suoi momenti migliori, quando il solista propone diverse variazioni su tale melodia, in dialogo con l’orchestra. Purtroppo, nel prosieguo del brano, subentra uno stucchevole gigantismo melodico-sinfonico che ha trovato consenziente solo quel pubblico più disposto all’applauso, forse perché maggiormente interessato alla mondanità dell’evento che al suo contenuto musicale.
Interpreti: Jian Wang violoncelle - Shen Tiemei chant
Orchestra: Guangzhou Symphony Orchestra
Direttore: Yu Long
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