Ogni secolo ha la sua malattia. Veicolo di una condanna ineludibile dell'individuo e metafora del suo isolamento sociale, la malattia è stata il soggetto privilegiato di molto teatro da secoli. E se le grandi tisiche del XIX secolo avevano l’illusione della salvezza nell'amore, nel mondo al maschile di Tony Kushner, segnato da una malattia solo vent'anni fa ritenuta invincibile, prevale un senso di condanna combinato con un millenaristico presagio dell'Apocalisse imminente. Come naufraghi alla deriva, gli otto personaggi vagano sulla bella scena disegnata da Stefanie Pasterkamp, magistralmente illuminata da Joachim Klein: solo un letto d'ospedale e un piedistallo di ghiaccio con una sedia/trono in cima sulla grande superficie inclinata, tagliata da una scala bianca che, come una chiglia, attraversa quasi per l'intera lunghezza la navata del Bockenheimer Depot. Uno spazio simbolico che Johannes Erath impiega al meglio per la sua visione scabra e rigorosa del testo, spogliato di ogni orpello anche ideologico attraverso un lavoro di sottrazione sulla componente spettacolare (ma non rinuncia al divertissement cabarettistico e a un omaggio a Statler e Waldorf del televisivo Muppet Show) a favore della dimensione musicale, che forse risalta più che in precedenti allestimenti di quest'opera. Erik Nielsen, alla guida dei precisi strumentisti della Frankfurter Museumorchester, si mette al servizio dell'articolata partitura di Peter Eötvös che restituisce con i toni elegiaci di un sommesso requiem laico. In scena, un ensemble giovane convince soprattutto per omogeneità e partecipazione. Questo lavoro è anche occasione per fare il punto sullo stato della malattia e delle cure attraverso una mostra nel foyer del Depot, per dare un contenuto all'invocazione finale di Prior: "More life!"
Note: Al Bockenheimer Depot. Altre recite: 23, 25, 27, 29 marzo, 1 e 3 aprile 2009
Interpreti: Jenny Carlstedt (Harper Pitt/Ethel Rosenberg/Angel Antarctica), Christin-Marie Hill (Hannah Pitt/Rabbi Chemelwitz/Henry/Angel Asiatica), Nathaniel Webster (Joseph Pitt/Ghost 2/Angel Europe), Michael McCown (Prior Walter), Peter Marsh (Louis Ironside/Angel Oceania), Jeffrey Kim (Belize/Mr. Lies/Woman/Angel Africanii), Dietrich Volle (Roy Cohn/Ghost 1/Angel Australia), Nina Bernsteiner (The Angel/Voice), Anja Fidelia Ulrich, Diana Schmid, Leszek Solarski (trio vocale)
Regia: Johannes Erath
Scene: Stefanie Pasterkamp
Costumi: Stefanie Pasterkamp
Orchestra: Frankfurter Museumorchester
Direttore: Erik Nielsen
Luci: Joachim Klein
Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche
Jonas di Carissimi e Vanitas di cinque compositori contemporanei hanno chiuso le celebrazioni per i trecentocinquanta anni dalla morte del grande maestro del Seicento