Un’operetta fuori dai canoni

Non è indimenticabile la prima regia del sovrintendente della Volksoper.

Recensione
classica
Volksoper
Oskar Strauss
29 Dicembre 2008
Perché questa operetta di Oscar Straus, che ebbe un immenso successo in seguito alla sua prima esecuzione, oggi è stata quasi dimenticata? Forse perché la saga dei nibelunghi, che qui viene parodiata con irriverenza e sottili allusioni, a più di 100 anni dalla prima non è più patrimonio comune del pubblico operistico, e l’essenza di questa satira, quindi, non trova comprensione. Un allestimento moderno avrebbe potuto forse cercare di trasferire la critica al mondo guglielmino, al suo militarismo e nazionalismo, alle sue velleità di potenza e dominio, in un contesto moderno. Robert Meyer, invece, alla sua prima regia nell’istituzione in cui è sovrintendente, punta sul convenzionale, ricercando una comicità universale e diretta e giocando sui cliche e i luoghi comuni che tutti, o quasi, associano all’anima germanica. Il risultato non si avvicina all’arguzia intellettuale dell’originale, molto svanisce dentro a un’ironia un po’ superficiale, che fornisce al pubblico più che soddisfatto un intrattenimento di poche pretese. Molto curati costumi e scene. Da un punto di vista musicale, Straus porta al centro della parodia soprattutto la musica di Wagner, utilizzandone alcuni stilemi e scrivendo per un apparato orchestrale esteso, insolito per l’operetta. Andreas Schüller dirige con grandi slanci, ma spesso esagera nei volumi e copre i cantanti. E la non comprensibilità del testo per l’operetta è letale. Riesce quindi difficile giudicare i cantanti, solidi sulla scena e con un repertorio espressivo e gestuale molto ampio e dettagliato. Il soprano della Payha, però, è troppo leggero e non adatto alla parte di Brünhilde. La sua voce quasi non si avverte. Ottimi il basso di Woldt e il coro.

Interpreti: Michael Kraus, Regula Rosin, Kurt Schreibmayer, Karl-Michael Ebner, Martina Dorak, Renate Pitscheider, Lars Woldt, Robert Wörle, Barbara Payha, Johanna Arrouas

Regia: Robert Meyer

Scene: Christof Cremer

Costumi: Christof Cremer

Orchestra: Orchestra della Volksoper di Vienna

Direttore: Andreas Schüller

Coro: Coro della Volksoper di Vienna

Maestro Coro: Michael Tomschek

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