La “soap opera” Partenope
Grande successo di pubblico per la nuova produzione del Theater an der Wien.
Recensione
classica
Contesa dall’amore di tre pretendenti, la ricca Partenope costruisce la sua giornata alternando a proprio gusto e umore i vari uomini, una lezione di yoga, un bagno in piscina o una simulazione di guerra. Oppure dando ricevimenti e feste. Ed è proprio in una di queste che si intromette sulla scena Rosmira, travestita da uomo per vendicare il tradimento del suo ex e riconquistarlo … Sembrerebbe, come spesso lo sono i soggetti di Händel, l’avvio di un’interminabile telenovela. E infatti non sono rare le regie che prendono spunto da questo genere televisivo per la loro messa in scena. Anche Audi si muove in modo intelligente tra gli stilemi della soap. Modernizzando la storia il regista è abile nel contrapporre il momento intimistico, gli eccessi affettivi dei singoli personaggi, a dinamiche di gruppo che catapultano la vicenda in strutture sociali e umane riconoscibili. Ma è soprattutto il sottile gioco attorno ai cliché dell’amore e dei ruoli sessuali, in un continuo mischiarsi di ironia e rimpianti, menzogne e rivelazioni, crisi e superamenti, manipolazioni, sadomasochismo e ambiguità, a convincere il pubblico ad accettare, e finanche a rispecchiarsi, in una trama che si aggroviglia prolissa per oltre tre ore di rappresentazione. I “Talens Lyriques” fondono corposità e bellezza sonora, impeti ritmici e grazia lirica. Christine Schäfer è una Partenope intensa che tratteggia melodie fragili e ammalianti e mostra le vulnerabilità della femme fatale. Con fraseggio curato ed espressivo, Kurt Streit, Patricia Bardon e Matthias Rexroth creano personaggi plastici e incisivi. Il pubblico ha acclamato più di tutti David Daniels. Ma chi non ama il tipico timbro dei contratenori, resterà freddo e un po’ irritato di fronte alla sua vocalità manieristica e a tratti artificiosa.
Note: Nella recita del 27 febbraio Terry Wey canta Arsace.
Interpreti: Christine Schäfer, Kurt Streit, David Daniels, Patricia Bardon, Florian Boesch Matthias Rexroth
Regia: Pierre Audi
Scene: Patrick Kinmonth
Costumi: Patrick Kinmonth
Orchestra: Les Talens Lyriques
Direttore: Christophe Rousset
Luci: Matthew Richardson
Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche
classica
Jonas di Carissimi e Vanitas di cinque compositori contemporanei hanno chiuso le celebrazioni per i trecentocinquanta anni dalla morte del grande maestro del Seicento
classica
Il primo pianista francese a vincere il Čajkovskij di Mosca conquista il pubblico milanese con un interessante quanto insolito programma.