Storie per sentirsi vivi e camminare a testa alta
Giuseppe Cederna e Mario Brunello, viaggio attraverso la letteratura per voce e violoncello
Recensione
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Il cortile di Palazzo Carignano è la giusta cornice per l'incontro tra Giuseppe Cederna e Mario Brunello, organizzato dal Circolo dei Lettori di Torino nell’ambito della rassegna Reading Park. Affabulatore-viaggiatore il primo, violoncellista di fama il secondo, i due tracciano nella loro ora e mezza scarsa di spettacolo percorsi imprevisti e imprevedibili attraverso le parole altrui. Un reading, dal suggestivo titolo “Storie per sentirsi vivi e camminare a testa alta”, che è pura scelta soggettiva ed emotiva, che spazia dalla Grecia non più antica di Kavafis all’America degli emarginati di Tom Waits. Cederna, sempre misurato nel suo narrare e parco di effetti speciali per accattivarsi il pubblico, è un attore che ha trovato nel viaggio la sua dimensione, ed è un viaggiatore che porta le poesie “in tasca, come talismani” (leggete il suo “Il grande viaggio”, per Feltrinelli). Partendo dall’Itaca di Costantino Kavafis, nota a tutti ma qui rivestita di nuove suggestioni (anche per merito di Brunello), Cederna ci porta attraverso l’India fino alle pendici delle grandi montagne, con lo splendido “Elogio dei piedi” di Erri De Luca a segnare il passo del pellegrino. Passa in America, parlando di un giovane Dylan che scrive la sua lunga domanda al vecchio maestro (“Song to Woody”) fino a Tom Waits e al suo immaginario di puttane tristi (“Christmas card from a hooker in Minneapolis”), per tornare alla Polonia della grande poetessa Wislawa Szymborska (con la struggente “Cortesia dei non vedenti”). Brunello, spalla di prestigio, si ritaglia pochi memorabili momenti da protagonista. Per il resto, il suono preciso del suo violoncello, pizzicato, arpeggiato, suonato a bicordi e su minimali ostinati offre indispensabile supporto: note leggere, per leggere e viaggiare...
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