Il doppio sogno del Sigfrido

Si compie al Festival di Aix la terza tappa del "Ring" onirico di Stéphane Braunschweig, nel quale Siegfried vive nel sogno di Brünhilde. Esecuzione musicale con parecchie ombre che convince soprattutto per la formidabile prestazione dei Berliner Philharmoniker.
L'indiscutibile successo tributato dal pubblico premia tutti i protagonisti e Rattle, con qualche contestazione al solo Braunschweig.

Il Siegfried di Branubschweig al Festival di Aix
Il Siegfried di Branubschweig al Festival di Aix
Recensione
classica
Festival d'Aix en Provence Aix en Provence
Richard Wagner
28 Giugno 2008
L'avevamo lasciata nel suo sonno profondo, distesa sulle tre sedie rosse, le stesse su cui il padre Wotan sognava il Walhalla. Un anno dopo la ritroviamo ancora là, ancora avvolta nei suoi simboli guerrieri. E anche lei sogna. Sogna di un eroe puro che con la spada del padre ucciderà il drago, attraverserà il fuoco e la risveglierà dal suo lungo sonno per renderla compiutamente donna. Questo è il "Siegfried" secondo Braunschweig, un racconto onirico costruito su immagini simboliche ricorrenti, molte dalle opere precedenti come i wagneriani leitmotiv, dal forte segno psicoanalitico in spazi chiusi da alte pareti metalliche (l'elmo di Brünhilde) animate da luci e proiezioni. Ne risulta un Wagner antieroico e minimalista, con molti momenti felici e altri meno ispirati (il banale compimento del sogno). Più che a Wagner, il direttore Rattle è sembrato al servizio delle straordinarie qualità musicali dei Berliner Philharmoniker, assolutamente all'altezza della loro fama. Abilissimo (e furbo) nel cesello e nella cura del dettaglio, il direttore inglese riesce meno nella proposta di una visione coerente e di ampio respiro dell'opera wagneriana: il suo "Sigfried" ha momenti di indubbia bellezza ma risulta raramente interessante. Con un direttore eccessivamente concentrato sull'orgiastica bellezza del suono e su stravaganti scelte di tempi, l'equilibrio con la scena soffre. E soffre, e non poco, il protagonista Ben Heppner, un protagonista di ottime qualità musicali esibite nei primi due atti, ma che soccombe nel parossismo sonoro del finale. Sopravvive invece la più fresca Katarina Dalayman. Dopo un'opaca Walküre, Willard White ritrova smalto e autorità per il suo Wotan. Ottime le prove di Burkhard Ulrich e Anna Larsson. Sottotono invece Dale Duesing, crepuscolare Alberich.

Interpreti: Ben Heppner (Siegfried), Burkhard Ulrich (Mime), Sir Willard White (Der Wanderer), Dale Duesing (Alberich), Alfred Reiter (Fafner), Anna Larsson (Erda), Katarina Dalayman (Brünnhilde), Mojca Erdmann (Stimme des Waldvogels)

Regia: Stéphane Braunschweig

Scene: Stéphane Braunschweig

Costumi: Thibault Vancraenenbroeck

Orchestra: Berliner Philharmoniker

Direttore: Simon Rattle

Luci: Marion Hewlett

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