Accoppiando l’unica opera di Carter a una prima assoluta di Kaufmann, la Neue Oper Wien evidenzia la varietà e la vitalità del teatro musicale attuale. Nonostante questi due atti unici siano tra di loro fortemente distinti, l’efficace lavoro di regia crea una drammaturgia estesa che legittima il convivere di linguaggi estetici così diversi. La produzione si apre con Fuge – Unfug-e, una partitura per trombone solista (Renate Slepicka), orchestra e voce recitante in cui convivono sensualità e rigore formale . Kaufmann rinuncia al canto e fa recitare il testo di Elfriede Jelinek dall’attrice Gunda König, che agisce alla ricerca di continua trasparenza e sottile differenziazione espressiva. Dopo la pausa segue What next? di Eliott Carter. Un giovane e valido ensemble interpreta sei personaggi in stato di shock che cercano di ricostruire il loro linguaggio, il loro passato e le loro relazioni reciproche dopo un incidente. Si muovono in una scenografia ai limiti delle leggi gravitazionali, in un tour de force non solo vocale, ma anche fisico. Come le figure di Carter, anche lo scrittore Robert Walser, omaggiato da Jelinek e Kaufmann e rappresentato da un attore che non parla rinchiuso in un cubo di vetro piazzato nel centro della platea e circondato dal pubblico seduto, ricerca la propria identità in una situazione estrema di isolamento. Tra i due lavori nasce un interessante contrappunto, che non è solo quello tematico appena delineato. Uguali nella durata (40 minuti circa), i due atti unici illustrano contrapposte modalità della percezione temporale: il tempo di Kaufmann sembra distillato e racchiuso nell’essenza del momento testuale; quello di Carter si estende e addensa attorno a una ricerca esistenziale e musicale che continuamente vortica su se stessa.
Note: Prima parte: Dieter Kaufmann, fuge - unfug - e
Seconda parte: Eliott Carter, What next?
Interpreti: Voce recitante: Gunda König
Attore: Bili Baumgartner
Trombone: Renate Slepicka
Cantanti: Jennifer Davison, Christa Ratzenböck, Anna Hauf, Camillo dell'Antonio, Marco Di Sapia, Michael Zabsky
Regia: Johannes Erath
Scene: Katrin Connan
Costumi: Katrin Connan
Orchestra: Amadeus ensemble-wien
Direttore: Walter Kobéra
Luci: Christian Weißkircher
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