Chi dal debutto di Prêtre sul podio del Concerto di Capodanno dei Wiener Philharmoniker si aspettava una lettura "francese" dei celebri walzer di Strauß, Lanner e co., sarà rimasto forse deluso. L'interpretazione, invece, completamente immersa nel mondo viennese, con il tipico tre quarti trascinato e un peculiare contrapporsi di ductus marziale e gesto sinuoso, ha convinto per la raffinata ricerca timbrica e scelte di programma con molte rarità.
Il Concerto di Capodanno 2008 dei Wiener Philharmoniker è il primo diretto dal francese George Prêtre. Molti si aspettavano una lettura alla "francese" dei classici del repertorio viennese. Invece, sotto la bacchetta di Prêtre – 83 anni, dirige a memoria tutto il programma – gli Strauß e i loro contemporanei risuonano marziali, accompagnati da gesto sinuoso e ricerca timbrica. Fin da principio, anche nei pezzi animati, i Philharmoniker esaltano melodie e timbri. Se le prime si stagliano piene di sfumature e dinamiche, quasi a voler suggerire una forma di dimensioni sinfoniche, il magma orchestrale è ricco di suggestioni cromatiche. Alla ricerca dei colori, Prêtre dilata i tempi e plasma il suono con gesto raffinato, quasi arabeschi, della mano sinistra. Sembra un'orchestra che suona da sola e un direttore che vuole modellare le superfici, lisciando marmo già scolpito. Oltre ai classici di sempre, il programma ha proposto composizioni di rara esecuzione legate alla Francia: il Paris Walzer, che cita la Marseillaise, il Versailler Galopp (cortissimo, meno di due minuti, mostra come esaltare atmosfere e tratti caratteristici anche in pezzetti di ciscostanza) e l'Orpheus-Quadrille, un potpourri su temi di Offenbach, con finale a effetto (Can Can). Prima del primo bis (Sport Polka), Prêtre prende un pallone da calcio e i Philharmoniker si mettono delle sciarpe da tifosi. Poi il direttore con il fischietto da arbitro mostra il cartellino giallo al primo violino. Alludono al prossimo Europeo di calcio che si terrà in Austria. Almeno loro potevano risparmiarci. Altrimenti, nessun inserto, tranne una coppia di ballerini che volteggia in platea durante il secondo bis (Danubio blu). E gran finale, come d'abitudine, con il pubblico a battere il ritmo della Radetzkymarsch.
Orchestra: Wiener Philharmoniker
Direttore: Georges Prêtre
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