Probabilmente il giovane Mozart si sentiva più che soddisfatto dei risultati compositivi raggiunti con La finta giardiniera, dopo l'ottima accoglienza alla prima nel gennaio del 1775. Dopotutto si trattava di un lavoro su di un soggetto alla moda, la cui partitura non sfigurava certo nel confronto con i contemporanei, fossero essi il Pasquale Anfossi che aveva musicato il libretto l'anno prima, il Piccinni de La buona figliola, o col senno di poi lo stesso Haydn. Per il pubblico moderno tuttavia la situazione è più problematica: manca il contesto culturale per interpretare correttamente la 'sensibilità' del libretto, i cui protagonisti impazziscono giusto il tempo per arrivare al necessario lieto fine, ma più significativamente il lavoro non regge il confronto con il Mozart che conosciamo ed amiamo, quello della maturità. Ne La finta giardiniera si intravedono in nuce le caratterizzazioni, l'invenzione melodica e la scrittura drammaticamente integrata delle commedie dapontiane, ma il livello non è lo stesso, soprattutto per profondità psicologica e umana: e in fondo c'è qualcosa di quasi confortante nello scoprire che il genio Mozart era ancora solo un ragazzo. In questo senso, la scelta di mettere in scena un lavoro che normalmente non si vedrebbe sul palcoscenico principale si dimostra un omaggio ponderato e riuscito all'anno mozartiano. La produzione di Annika Haller (subentrata a Christof Loy) legge in maniera letterale questa lieve commedia degli equivoci, che un cast vocalmente disequale rende frizzante, in particolare grazie alle eccellenti interpretazioni di Kurt Streit, Camilla Tilling e Patrizia Biccirè. L'aiuto piu sostanziale arriva dalla buca, dove John Elliott Gardiner fornisce una lettura attenta e dettagliata di una partitura non scevra di delizie.
Note: Nuova produzione
Interpreti: Roberto/Nardo: Christopher Maltman; Don Anchise: Kurt Streit; Marchioness Violante/Sandrina: Genia Kühmeier; Count Belfiore (21 | 24 (mat) | 26 | 28 Sep) : Robert Murray; Count Belfiore (2 | 4 | 7 (mat) Oct): Nicholas Watts; Arminda: Camilla Tilling; Ramiro: Sophie Koch; Serpetta: Patrizia Biccirè
Regia: Annika Haller
Scene: Herbert Murauer; Luci Reinhard Traub
Direttore: John Eliot Gardiner