Il direttore e l'orchestra "fantastique":
Torna in Italia la New York Philhamonic diretta da Lorin Maazel per un ciclo di concerti che da Roma la porterà a Trieste.
Recensione
classica
Due giorni dopo aver diretto a Mosca il debutto ufficiale della Synphonica Toscanini –l'orchestra composta dai transfughi dell'omonima Filarmonica–, Lorin Maazel ha aperto a Roma la tournée della New York Philharmonic, che riporta dopo oltre 20 anni la compagine statunitense in varie città italiane.
Secondo legge non scritta e perciò da pochi trasgredita, in tournée si suona Brahms, ma il suo op. 56 è stato eseguito in apertura in forma di "inutil variazioni", ovvero una suntuosa dimostrazione del bel suono di archi, brunito e compatto, e della magniloquenza dei fiati dell'orchestra: cose che forse con presunzione davamo per acquisite. Perciò il virtuosismo delle "Danze di Gálanta" è subito apparso la dimensione più consona, sia per la vis ritmica e, soprattutto, per gli assolo degli strumenti d'orchestra.
Com'era lecito attendersi la "Symphonie fantastique" è stato il momento più interessante del concerto: "la spettacolosa coreografia di timbri", come Fedele D'Amico definiva l'opera di Berlioz, scorreva via magnifica e scintillante di suono senza che si potesse minimamente supporre che questa musica avesse un programma, insomma narrasse una storia. Siamo lontani dalle storiche interpretazioni che Maazel dava del pezzo con l'Orchestre Nationale de France, e spostati verso una dimensione anodina e forse un po' anodizzata.
Al magnifico virtuosismo tecnico di Maazel, si abbina dunque la capacità di incarnare al massimo livello il direttore che non vuole chiavi interpretative e di lettura, la ricaduta è certo qualche nostalgia per l'idée fixe. Il pubblico romano ha festeggiato caldamente l'orchestra newyorkese e il suo direttore: il rito della tournée si è allora concluso con i bis: il "Carnevale romano" di Berlioz, e una veloce "Farandole" da "L' Arlesiana" di Bizet.
Orchestra: New York Philharmonic
Direttore: Lorin Maazel
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