L'essenza del circo è Alegria
Il Cirque du Soleil torna a Milano e a Roma con "Alegrìa", ed è il trionfo della magia del circo ricondotto alle radici, al senso di meraviglia, al fiato sospeso, alla risata franca e senza retrogusto di tristezza.
Recensione
classica
Dopo il successo di "Saltimbanco" nel 2004, e in attesa del nuovo "Love" su musiche dei Beatles che apre a Las Vegas nel giugno prossimo, il canadese Cirque du Soleil torna a Milano e a Roma con "Alegrìa", ed è il trionfo della magia del circo ricondotto alle radici, agli oohh di meraviglia, al fiato sospeso, alla risata franca e senza retrogusto di chapliniana, nostalgica tristezza. In una scenografia di grande impatto, sovrastata da una semicupola di nervature lignee che, come nella "Pala di Brera" di Pier della Francesca, concentra gli sguardi al centro del palco, si muovono 53 artisti provenienti da 14 Paesi diversi, assistiti da una troupe di 150 persone. Secondo il libretto lo spettacolo, ispirato alle corti barocche del Settecento, tratterebbe del potere e della sua trasmissione attraverso i tempi, del passaggio dalle monarchie antiche alle democrazie contemporanee, della giovinezza e della vecchiaia: ma è soprattutto l'equilibrio tra i numeri acrobatici (non più di sette o otto, di inarrivabile qualità) e gli intermezzi mimico-teatrali a farne uno spettacolo di gran presa, calibrato e potente, senza momenti di noia. Una celebrazione del corpo umano, della sua plasticità, della perfezione statica e dinamica di cui è capace - oltre che un distillato d'arte circense, che dopo la civile esclusione degli animali, l'arricchimento del coté artistico e lo sviluppo della tecnologia da palcoscenico conosce oggi una nuova importante primavera. La cura di ogni dettaglio, dalla musica originale cantata e suonata dal vivo alle coreografie, alle luci, agli straordinari costumi, giustificano i prezzi non proprio popolari. Le recite romane proseguono fino al 28 maggio.
Interpreti: Il Cirque du Soleil
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