Un Ballo italiano a Lipsia

Ovazioni del pubblico per i solisti, il coro, l'orchestra, ma soprattutto per il direttore Riccardo Chailly. Il tutto esaurito della prima e delle repliche è un chiaro segno di apprezzamento. La prossima opera diretta dal Maestro Chailly sarà "Manon Lescaut" con la regia di Nikolaus Lehnhoff nella Stagione 2006/2007.

Recensione
classica
Opernhaus Lipsia
Giuseppe Verdi
12 Novembre 2005
Riccardo Chailly, nuovo direttore musicale della Gewandhaus e del Teatro dell'Opera di Lipsia, ha debuttato il 12 novembre con l'opera verdiana "Un ballo in Maschera", che a Lipsia mancava da circa vent'anni. Una produzione all'insegna dell'italianità, la si potrebbe definire: la regia affidata al regista Ermanno Olmi, le scene allo scultore Arnaldo Pomodoro. Anche i cantanti – Chiara Taigi e Massimiliano Pisapia sono originari di Roma e Torino. Ottima e al tempo stesso duttile l'interpretazione di Chailly per come egli sottolinea i contrasti ritmici, per come lascia poi esplodere le fughe orchestrali e per come interiorizza i momenti lirici del triangolo amoroso e del tradimento. Discutibili le scelte del regista, che lascia i cantanti alquanto statici; sembrano preoccupati di non perdere il contatto visivo con il direttore. Persino le scene d'amore risultano prive d'ardore. Scene e costumi improntati alla modernità: talvolta la scena risulta troppo affollata, a volte vuota. Il sipario si apre su una gigantesca lancia, posta al centro del palcoscenico, che schiudendosi mostra soldati dediti a vigilare la corte dell'infelice e innamorato Conte e Governatore Riccardo. E' riconoscibile lo stile dello scultore italiano Pomodoro: una grossa cupola e una spirale metallica sono elementi costanti in quasi tutte le scene. Non da meno i costumi: cameriere con copricapo a forma di satelliti circondano l'amata Amelia, la maga Ulrica indossa una corazza e nell'ultima scena tutti i partecipanti al ballo indossano strani copricapo a forma di stoviglie. Quanto ai cantanti, con Massimiliano Pisapia si ha un Conte Riccardo dalla voce volutamente leggera e chiara, ma a tratti più corposa. Anch'egli, per scelte registiche, non ha libertà di movimento sulla scena. Chiara Taigi, nel ruolo di Amelia, ha bei colori nel registro basso, ma toni rochi e un pò deboli nel registro acuto. Un piacevole e sciolto paggio, con eleganti colorature, viene presentato da Eun Yee You, nel ruolo maschile di messaggero d'amore.

Note: Coproduzione con il Teatro dell'Opera di Zurigo

Interpreti: Amelia: Chiara Taigi, Oscar: Eun Yee You, Renato: Franco Vassallo, Riccardo: Massimiliano Pisapia, Samuel: Tuomas Pursio, Silvano: Herman Wallén, Tom: Metodie Bujor, Ulrica: Annamaria Chiuri, Un Giudice/ Un Servo: Seung-Hyun Kim

Regia: Ermanno Olmi

Costumi: Arnaldo Pomodoro

Corpo di Ballo: Corpo di ballo del Teatro dell'Opera di Lipsia

Coreografo: Paul Chalmer

Orchestra: Orchestra della Gewandhaus di Lispia

Direttore: Riccardo Chailly

Coro: Coro del Teatro dell'Opera di Lipsia

Maestro Coro: Romano Gandolfi, Soeren Eckhoff

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Jonas  di Carissimi e Vanitas  di cinque compositori contemporanei hanno chiuso le celebrazioni per i trecentocinquanta anni dalla morte del grande maestro del Seicento

classica

Napoli: Dvorak apre il San Carlo

classica

Il primo pianista francese a vincere il Čajkovskij di Mosca conquista il pubblico milanese con un interessante quanto insolito programma.