I giovani venezuelani conquistano Berlino

Trionfale concerto dell'orchstra filarmonica giovanile del Venezuela diretta da Gustavo Dudamel. Sono molto giovani e bravissimi, fanno divertire e si divertono.

Recensione
classica
Philharmonie Berlino
29 Settembre 2005
La scelta da parte della filarmonica giovanile del Venezuela di chiudere alla Philharmonie di Berlino la propria tournée tedesca non è certo casuale: già nel 2000 l'orchestra era stata ospitata nella capitale a seguito del forte interessamento di Claudio Abbado, da allora orchestrali dei Berliner Philharmoniker si recano regolarmente a Caracas per tenere corsi di perfezionamento, quest'ultima tournée è patrocinata da Simon Rattle in persona. Solo che se nel 2000 erano forse presenti più esecutori che spettatori, questa volta la sala era piena. Merito della notorietà che nel frattempo Gustavo Dudamel e la sua orchestra hanno conquistato, nonché del successo di critica nelle precedenti tappe della tournee. Il concerto è stato un avvenimento difficilmente descrivibile a parole, dico solo che non ricordo negli ultimi dieci anni il pubblico delle Philharmonie così entusiasta e partecipe. Dudamel, innanzitutto, è un autentico fenomeno: gesto preciso ed elegante, completa padronanza dell'orchestra e una maturità nella lettura di partiture anche complesse che non ti aspetti da un ragazzo di soli 24 anni (dal 1999 direttore musicale dell'orchestra). Non ho dubbi che nei prossimi anni si stabilizzerà definitivamente come star di primissimo livello. L'orchestra è formata da ragazzi (e bambini) dai 10 ai 20 anni. Il loro livello tecnico è strabiliante, ben messo in evidenza da una partitura estremamente virtuosistica come la Quinta di Pokof'ev. Anche perché Dudamel ha staccato a volte dei tempi che farebbero impallidire molte orchestre professionistiche. Contando su un organico imponente (220 elementi) i loro fortissimi erano impressionanti, ma hanno dimostrato nella Terza sinfonia di Saint-Saëns di saper sostenere l'organo solista con pianissimi molto curati. Nell'ultima parte del concerto (tolta la giacca nera e indossati i colori nazionali venezuelani) hanno trasformato il concerto un una festa latino-americana. Suonavano (bene) e intanto ondeggiavano a ritmo, facevano la ola, lanciavano in aria gli strumenti. Qualcuno nel pubblico ballava. Ci siamo divertiti noi, si stavano divertendo loro. Questi ragazzi in Venezuela sono solo la punta di un iceberg. Sono i migliori prodotti di un programma di educazione musicale finanziato dal governo che ha portato alla creazione di circa trecento orchestre e cori giovanili. 240.000 ragazzi e bambini che trovano nella musica una possiblità di miglioramento sociale. La ricetta è semplice, a parole: farli divertire e farli suonare insieme sin dalla prima lezione. E funziona, se è vero che uno dei violinisti dell'orchestra ha 11 anni e ha iniziato a suonare tre anni fa. Forse non esagerava Simon Rattle sostenendo l'anno scorso di aver "visto in Venezuela il futuro della musica classica"; anche perché mi sembra che pure il pubblico in sala fosse più giovane del solito.

Orchestra: Orchestra giovanile del Venezuela

Direttore: Gustavo Dudamel 

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