The Sound of Glass

Nell'immensa produzione di Philip Glass, le partiture per il teatro riservano sempre delle sorprese.

Recensione
classica
Piccolo Regio Puccini Torino
Philip Glass
13 Gennaio 2005
Nell'immensa produzione di Philip Glass, le partiture per il teatro riservano sempre delle sorprese. Non fa eccezione il recente "The Sound of a Voice", due atti unici composti poco più di un anno fa per l'American Repertory Theatre e presentati, in anteprima europea, dall'ensemble Sentieri Selvaggi al Piccolo Regio di Torino. Il lavoro prosegue la collaborazione tra Glass e il librettista David Henry Hwang (dopo "1000 Airplane on the Roof" e "The Voyage") nella direzione di una ricerca minimal e rarefatta soprattutto per l'organico ridotto e orientaleggiante e le due voci che dialogano in uno stile più vicino al "parlato" teatrale assai che non al canto lirico. Ne deriva una sorta di monotonia espressiva di fondo che tuttavia la messa in scena italiana riesce a rinvigorire. In particolare il primo atto, una sorta di fiaba tragica in cui un guerriero giapponese si innamora di una strega nel bosco. Due cantanti raccontano la tormentata love-story, rappresentata in scena da due danzatori, mentre sullo sfondo vengono proiettate le immagini del bosco minaccioso. L'esile partitura è tutta giocata su lievi variazioni ritmiche e timbriche. Più vivace e convincente, sia sotto il profilo musicale che drammaturgico, il secondo atto intitolato "Hotel of Dreams", dove si riconosce il classico, solido e melodico stile di Glass, un minimalismo orientaleggiante che la mini-orchestra diretta da Carlo Boccadoro interpreta con la dovuta energia. Se alla fine questi due lavori funzionano, lo si deve non solo al testo cantato in italiano, alla sobria regia di Malosti, alle proiezioni o alle quattro danzatrici svestite, ma soprattutto alla bravura e al coraggio di Sentieri Selvaggi, attualmente il più vivace ed estroverso ensemble europeo di musica contemporanea, e a quel laboratorio di alchimie sonore che è il Piccolo Regio.

Interpreti: Roberto Abbondanza baritono Chiharu Kubo soprano Paola Fre flauto e shakuhachi Elena Casoli pipa Andrea Pecelli violoncello Riccardo Balbinutti percussioni vj Pascal Gary

Regia: Valter Malosti

Scene: Marzia Migliora

Costumi: Patrizia Dongiovanni

Corpo di Ballo: danzatori Michela Lucenti e Francesco Gabrielli

Coreografo: Michela Lucenti

Orchestra: Ensemble Sentieri selvaggi

Direttore: Carlo Boccadoro

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