L'Europa riconosce la Scala

Festa grande alla Scala con Europa riconosciuta di Salieri, protagonista il nuovo gigantesco palcoscenico

Recensione
classica
Teatro alla Scala Milano
Antonio Salieri
07 Dicembre 2004
Via la moquette, via le macerie del '43 da sotto il pavimento, finalmente il parquet flottante. L'acustica della Scala è miglioratissima, specie per l'orchestra leggermente sollevata in buca, ma con le voci talvolta risucchiate dalla torre scenica, unica ombra alla festa di riapertura. Protagonisti il nuovo palcoscenico, con macchinari e maestranze a vista, e il pubblico che nel finale ha assistito all'apparizione del proprio doppio in scena. Una gioiosa trovata di Ronconi e Pizzi, che fanno calare le vecchie e comode poltrone del teatro (le nuove in sala sono dure) sulle quali i coristi in abito da sera intonano "A regnar su questa sede torni al fin la vera erede", con alle spalle uno specchio gigante che riflette la sala del Piermarini. Il resto del pur raffinato allestimento offre alcuni dejà vu: cavalli in quantità, sagome di cipressi, scale metalliche alla Piranesi, ballerini rococò ripresi pari pari da "Armide". Bella l'invenzione del coro inscatolato che affiora solo con la testa, meno quella dei Fenici plastificati in stile black-block. La vera sorpresa è stata però l'opera, al di là del battage autocelebrativo del teatro. È di alta sapienza retorica, con splendide arie affidate a Europa e Semele, le bravissime Diana Damrau e Désirée Rancatore (quest'ultima straordinaria in "Quando più irato freme", vero duetto con l'oboe, altra prima donna della partitura). Fra i tanti momenti da segnalare il "rondò a due" nel primo atto di Semele e Isseo (Daniela Barcellona), il quintetto che si costruisce via via con contrastanti sonorità strumentali; nel secondo l'aria di Asterio (Genia Kühmeier) "Del morir l'angosce adesso", forse la più drammatica di tutte, e i cori in odore di sacralità. Muti e l'orchestra impeccabili, misurati nel sottolineare le nascoste tensioni, senza mai eccedere in effetti. Nota scritta dopo aver assistito all'anteprima del 5-12 e ascoltato su Radio3 la prima il 7-12.

Interpreti: Diana Damrau, Désirée Rancatore, Daniela Barcellona, Genia Kühmeier

Orchestra: Orchestra del Teatro alla Scala

Direttore: Riccardo Muti

Coro: Coro del Teatro alla Scala

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