Julie ovvero la complessità dell'essere

Opera narrativamente intensa questa creazione dell'autore di casa della Monnaie, alla ricerca della complessità dell'essere. Una scrittura musicale raffinata e di stampo quasi solistico, un uso della voce volto a favorire la comprensione del testo all'ascolto per meglio mettere in scenza emozioni e conflitti

Recensione
classica
La Monnaie Bruxelles
Philippe Boesmans
08 Marzo 2005
I conflitti sono i grandi protagonisti di questa "Julie" ispirata dal dramma di Strindberg: Conflitti di genere, di classe e, non ultimi, con i fantasmi della propria stessa mente. Conflitto che appare anche nella scena: i protagonisti si muovono in una cucina arredata con mobili poveri, ma ai lati sono collocati sedie e divani antichi, a rappresentare il lusso che invece si vive negli altri locali della casa. Boesmans ha scelto per questa sua opera "intima" e psicologica un organico limitato, composto dall'Orchestra da camera della Monnaie con l'aggiunta di un pianoforte. Tuttavia, più che per orchestra da camera, la scrittura di Boesmans appare di tipo solistico, quasi a suggerire che gli strumenti rappresentino ciascuno diversi momenti nel divenire dell'opera o situazioni psicologicamente diverse. In "Julie" non esiste praticamente un vero momento di tutti orchestrale e la nota esperienza dell'autore nell'orchestrazione è messa questa volta al servizio dei singoli. La musica disegna la vicenda con una cesura narrativa evidente. Alla scrittura più levigata e onirica della prima parte, quando Julie mette in atto la sua trama seduttiva e autodistruttiva, fa seguito una svolta cupa e drammatica che si dispiega nell'evoluzione tragica della vicenda, quando il denaro diventa l'unico padrone della relazione tra Julie e Jean. Altra attenzione dell'autore, in questa opera così delicata dal punto di vista emotivo e psicologico, è quella alla comprensibilità del testo, tanto che la scrittura vocale si muove quasi sempre nel registro medio delle voci, per consentire di capire le parole. Una scelta probabilmente dettata dall'idea dell'autore secondo la quale l'arte deve intepretare "l'umano" e che vede nella frequente incomprensibilità del testo all'ascolto uno dei problemi dell'opera. Malena Ernman, bravissima, è una sensuale e seducente Julie che si trasforma in donna fragile e disperata quando si accorge di essere divenuta prigioniera del suo tragico gioco. Garry Magee è il maggiordomo arrivista e velleitario che trova nell'inganno e nella crudentà il suo illusorio riscatto. Kristin, la cuoca, interpretata dalla limpida voce di Kerstin Avemo, rappresenta, alla fine, il punto di equilibrio nella accettazione della sua "normale" ma dignitosa umiltà.

Interpreti: Jean: Garry Magee/Davide Damiani; Julie: Malena Ernman/Tove Dahlberg; Kristin: Kesrtin Averno/Hendrickje Van Kerchove  

Regia: Luc Bondy

Scene: Richard Peduzzi

Costumi: Rudy Sabounghi

Orchestra: Orchestre de la Monnaie Bruxelles

Direttore: Kazushi Ono

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