Mozart.Sokurov
Il film del regista Sokurov sulla sua messinscena del "Requiem" di Mozart alla FIlarmonica di San Pietroburgo nel febbraio 2004
Recensione
classica
Il 3 febbraio di quest'anno, nella sala Piccola della Filarmonica di San Pietroburgo, il regista cinematografico Aleksandr Sokurov (classe 1951), ha messo cinque telecamere: si eseguiva il "Requiem" di Mozart, con una sua "messinscena", che consisteva nel lavoro sulle luci, nel vestire di tabarri gregorian/pellegrini i coristi del Rossika diretti da Valentin Nesterov con i Solisti del Teatro Mariinskij, e nel farli andare lentamente raminghi per tutti i settanta minuti della Messa funebre, anime in pena in un limbo incessante, rallentato, in cui chi cantava si ritrovava ricompattato alla fine dei movimenti, in una unità intensa e religiosa che ogni volta si riscioglieva nelle architetture sonore che seguivano.
Prima e dopo il concerto (che non è molto più che un buon prodotto per fare classica in televisione), "Mozart.Requiem" di Sokurov è soprattutto l'indagine tranquilla e "democratica" dei volti intensi e veri degli spettatori russi di quel concerto: il loro arrivare prima, leggere il programma, e discutere dopo, a coppie, senza fretta di scappare, delle loro emozioni: qualcosa di più "realista" dei bimbi del "Flauto magico" bergmaniano.
Questa prima mondiale era il vertice musicale del TorinoFilmFestival (in corso sino al 20 novembre), dove però qualcos'altro di musicale c'è: il documentario di Luca Pastore sui Dischi del Sole, mitica etichetta della canzone popolare impegnata tra '65 e '75, il documentario di Luca Guadagnino su Arto Lindsay e naturalmente, nella retrospettiva dedicata a John Landis, "Blues Brothers", il videoclip di "Thriller" per Michael Jackson e un documentario su B.B. King.
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